Ready or Not – Recensione

PC

Cos’ho appena giocato? Davvero si trattava di un indie? No, questa non me la bevo, e non posso nemmeno credere che Ready or Not sia il titolo d’esordio di VOID Interactive. Dove diamine si sono nascosti fino ad oggi?

Sviluppatore / Publisher: VOID Interactive / VOID Interactive Prezzo: € 35,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 13 Dicembre

Nella fitta giungla degli Early Access di Steam, che domande. Sebbene l’inizio dei lavori sia datato 2016 (l’anno di fondazione dello studio con sede a Dublino, NdR), nel corso degli ultimi due anni Ready or Not è maturato in versione accesso anticipato, tra l’altro meritandosi anche un buon seguito. Ecco perché i fan degli shooter realistici, come la serie SWAT di Sierra Entertainment per intenderci, molto probabilmente non saranno sorpresi da questa recensione.

Dopo il biennio in gestazione, il promettente FPS tattico è finalmente pronto a vedere la luce ufficialmente con la build 1.0. Da amanti degli immersive sim, fautori degli FPS tattici, appassionati delle sparatorie in spazi angusti e fanatici dell’alta tensione, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Siete come noi? Bene. Lucidate le carte di credito e tenetevi pronti: l’esborso meno rimpianto di sempre vi aspetta.

CITY OF NIGHTMARES

Stati Uniti, la fittizia città dei sogni di Los Sueños, un violento scenario di instabilità politica, economica e sociale. Nei panni David “Judge” Beaumont, il comandante di una squadra SWAT, abbiamo il compito di fornire tutto l’aiuto possibile al Los Sueños Police Department, il quale ha bisogno di noi per disinnescare una serie di situazioni drammatiche. Ready or Not è un simulatore di SWAT che fa del realismo la propria ragione di vita, basti pensare che gli sviluppatori si sono avvalsi della consulenza delle forze dell’ordine per creare delle regole d’ingaggio e un sistema di punti tanto impegnativi quanto credibili. Il risultato è un FPS tattico puro e duro, follemente adrenalinico ed emotivamente brutale, in cui dietro ogni angolo può nascondersi il game over, per la gioia di chi ama le esperienze più forti delle Fisherman’s Friends.

Ready or Not è uno sparatutto tattico puro e duro, crudo, follemente adrenalinico ed emotivamente brutale

Il buon tutorial riesce a darci un’infarinatura sulle dinamiche a cui dovremo affidare le nostre vite virtuali e a farci prendere confidenza con il modo – intuitivo, organico, ben architettato – in cui si impartiscono gli ordini ai nostri quattro compagni d’armi, ma ci vuol poco per capire che è soltanto la prima asettica tappa di un oscuro viaggio nell’orrore umano. In virtù del gameplay cooperativo, Ready or Not offre nettamente il meglio di sé in modalità co-op, manco a dirlo; per quanto si sforzi, l’IA non può restituire il feeling e le soddisfazioni che sa regalare una squadra affiatata composta da persone reali. Tuttavia, se proprio non si vuol tentare la fortuna con il matchmaking, si può sempre affrontare la campagna single player insieme ai bot e, pattern permettendo, guidarli come un sol uomo nella Commander Mode.

Ready or Not

La squadra si appresta a eseguire i miei ordini: aprire la porta, lanciare un flashbang e pulire la stanza.

Se non si è preparati in Ready or Not non si va da nessuna parte, prima sparare e poi pensare non è (quasi) mai il corretto modus operandi. Nella stazione di polizia, l’HUB, è imperativo stare attenti durante il briefing relativo la prossima missione, ideare un piano cucito su misura per ogni specifica situazione magari tenendo conto della planimetria dell’area e, infine, organizzare alla perfezione il proprio team tra equipaggiamento e agenti (non parlo della personalizzazione estetica, comunque presente, bensì dei tratti caratteristici utili in determinate circostanze, come il negoziatore). Quando invece ci si ritrova in una delle diciotto missioni tocca usare riflessi e cervello, ricordandosi che l’incolumità dei civili è importante.

Se non si è preparati in Ready or Not non si va da nessuna parte, prima sparare e poi pensare non è (quasi) mai il corretto modus operandi

Occorre muoversi piano, ascoltare, usare la propria voce, affidarsi al tablet per non perdere la bussola, secretare le prove, abusare della telecamera per sbirciare sotto le porte chiuse, agire di concerto con i propri sottoposti e, mentre si cerca di non soccombere sotto i colpi dei nemici e della tensione, impegnarsi per completare il maggior numero di obiettivi previsti da ciascuna missione (ne esistono cinque tipologie differenti, le regole d’ingaggio variano così come il coefficiente di difficoltà). In tutto questo non ci si deve mai dimenticare la regola aurea: la morte dista solamente uno, forse due colpi.

E VOI SIETE READY OR NOT?

Fare irruzione in un condominio popolare, salvare degli ostaggi presso una stazione di servizio o disinnescare degli esplosivi sono solo alcune delle angoscianti attività che metteranno a dura prova i vostri nervi. I mezzi per cavarsela ci sono, possiamo contare su una dotazione versatile fra arieti, scudi, visori notturni, lanciabili dai diversi effetti, strumenti vari – anche non letali come il teaser – e una cospicua dose di bocche da fuoco modificabili. Ready or Not mette in mostra un ottimo gunplay oltre a un eccellente feedback durante gli scontri a fuoco. Premendo il grilletto le sensazioni sono fisiche al punto giusto anche grazie alla manicale cura per i principi di penetrazione balistica, di rimbalzo, per il funzionamento del kevlar e la dinamica delle piastre, così come per l’espansione e il moto dei proiettili.

Non aprite quella porta SWAT edition.

Insieme ai controlli intelligenti, a un impatto audio-visivo forte e a delle ambientazioni psicologicamente asfissianti tanto per contesto quanto per level design, tutto contribuisce a farci sprofondare in un’esperienza coinvolgente a 360°, una sorta d’ipnotica apnea nel dramma di chi, in teoria, è chiamato a portare l’ordine nel caos. Alcune animazioni meno fluide, qualche incertezza tecnica, una manciata di modelli sottotono e un’interazione ambientale limitata scheggiano solo superficialmente un senso d’immersione talmente forte da tradursi, specie di sera, con le cuffie, poca luce e niente pupetti intorno, in veementi jump scare degni di un film horror. È dura mantenere il sangue freddo, quando capita.

VOID Interactive ha riposto molta attenzione nel gunplay, premendo il grilletto le sensazioni sono fisiche al punto giusto

Il futuro che attende Ready or Not è roseo, non fosse altro per la pletora di mod già disponibili (occhio: alcune causano crash) e che, presumibilmente, aumenteranno. VOID Interactive ha anche confermato che, in un secondo momento, farà la sua comparsa una modalità PvP, e mentirei se dicessi che non sono incredibilmente curioso di scoprire cosa ci aspetta. Tra campagna, co-op, personalizzazione, tattiche da provare, gadget, mod, obiettivi, missioni ed emozioni a non finire, Ready or Not è un simulatore di SWAT tutto d’un pezzo che merita assolutamente d’essere provato, sia che abbiate un debole per i first person shooter co-op d’autore, sia che cerchiate soltanto di rimpinguare la valigia in cui stipate quei momenti tutti vostri, quelli che si sono impressi così forte in voi da meritarsi un ricordo.

In Breve: Posso definirlo indie AAA? Ok, lo faccio. L’accesso anticipato l’aveva spifferato, ma è comunque un piacere avere la conferma che VOID Interactive è ormai pronta a stupirci con uno shooter co-op emozionante, coinvolgente, crudo, di quelli che ci ricordano quanto siano importanti gli amici. Ready or Not ci mette nei panni dei membri di una squadra SWAT e lo fa con ammaliante bravura, catturandoci con il suo gameplay stimolante e il gunplay intrigante. Tra single player e co-op online, personalizzazione e progressione, gestione degli agenti e sfumature a bizzeffe, ci si ritrova ben presto ostaggio di un gioco che non vuol proprio saperne di lasciarci andare. E va benissimo così, anche se non tutto è (ancora?) perfetto.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 11370H@3.30Ghz, Nvidia 3070 Laptop 8 GB, 32 GB di Ram e SSD
Com’è, Come Gira: Giocato in 1440p, impostazioni al massimo livello di dettagli e frame rate ancorato ai 60 fotogrammi al secondo. Il comparto audio-visivo è più che buono, in alcuni frangenti forse può sembrare “artificioso” ma, in generale, graficamente ci siamo. Qua e là si intravede qualche imprecisione (un tostapane volante, un nemico che urla di dolore ma resta immobile), tuttavia non le ho mai percepite come gravi. 

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Pro

  • Altamente immersivo e coinvolgente / Un FPS d'autore / Tanti elementi di qualità

Contro

  • In solitaria perde un po' di carisma / Qualche imprecisione tecnica da limare / IA migliorabile
9

Ottimo

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