A breve distanza dal nostro precedente articolo di presentazione delle nuove schede GeForce RTX 3080, ASUS ci ha mandato un esemplare del suo modello della linea TUF Gaming, quella che solitamente rinuncia alle funzionalità più esotiche per dare a noi giocatori “concreti” tutte quelle di cui abbiamo veramente bisogno, per altro a un prezzo solitamente più accessibile.
E se, come nel nostro caso, parliamo di una scheda che costa ben 920 euro, è chiaro che ogni decina di euro risparmiata fa sempre piacere. Il nome esatto del modello è TUF-RTX3080-O10G-GAMING e si distingue per la presenza di 10 GB di memoria video e per un leggero overclock di fabbrica.
LA REGINA DELLE SCHEDE
La TUF Gaming di ASUS si discosta piuttosto vistosamente dal design della Founders Edition di Nvidia, per alcuni particolari che saltano subito all’occhio e per alcune scelte di ingegneria che comportano solo vantaggi. In primo luogo, troviamo un dissipatore completamente diverso, più tradizionale e ingombrante, ma anche indiscutibilmente più efficace. Le sue tre ventole assiali non ruotano tutte nella medesima direzione: quella centrale gira in senso opposto alle due laterali, allo scopo di eliminare le turbolenze e ridurre il rumore.
aggiungere la TUF Gaming RTX 3080 al nostro testbed non ne ha aumentato la rumorosità
CONDENSATORI MLCC
I giorni immediatamente successivi alla presentazione delle GeForce RTX 3080 sono stati piuttosto turbolenti per Nvidia e i suoi partner. Già durante le sessioni di benchmarking delle Founders Edition erano emersi problemi di stabilità e le prime schede vendute dai partner li condividevano, per cui i sospetti si concentrarono sui condensatori impiegati dalle schede. È bene precisare che, nelle linee guida diffuse da Nvidia alle altre aziende, è prevista la possibilità di usare due differenti tipi di condensatori, i POSCAP e i MLCC, coi secondi considerati più affidabili alle più elevate frequenze di clock. Secondo la teoria più accreditata, l’uso di due MLCC e quattro POSCAP nel design delle schede reference sarebbe all’origine dei crash subiti dagli utenti ma, prima ancora di poterla verificare scientificamente, Nvidia ha provveduto ad aggiornare i driver risolvendo il problema nel modo più rapido possibile, impedendo alle schede di salire a più di 2 GHz.
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