A pochi giorni di distanza dalla soluzione top di gamma, AMD ci ha mandato il Ryzen 5 5600X, la soluzione di fascia media perfetta per giocare. E non solo.
La furia di AMD non sembra proprio placarsi. Solo pochi giorni fa avevamo lodato le caratteristiche e le prestazioni del suo Ryzen 9 5900X, un processore a 12 core e 24 thread in grado di sbaragliare la concorrenza anche nel campo in cui sembrava del tutto invincibile: il gaming in Full HD. Ma i 570 euro richiesti per l’acquisto possono scoraggiare molti giocatori che, giustamente, si chiedono se non ci sia una soluzione altrettanto valida a costi più accessibili. Fortunatamente, la risposta è positiva: chi non volesse spendere più di 300 euro per la CPU può attendere qualche settimana e seguire l’andamento dei prezzi del Ryzen 5 5600X, a listino per 259 euro + IVA, quindi 316 euro. Al momento è ancora introvabile, ma una volta esaurito l’effetto novità è plausibile che lo troverete disponibile intorno a quella fascia di prezzo, esattamente come capitò al suo predecessore 3600X.
UN NOTEVOLE MIGLIORAMENTO
Non staremo a ripetere tutto il discorso sull’architettura Zen 3 e sui miglioramenti apportati rispetto alla generazione precedente. Per quello vi rimandiamo alla nostra recensione del Ryzen 9 5900X. Mi preme tuttavia ricordare la riorganizzazione dei core, delle cache e l’aumento dell’IPC del 19%, che consentono alle nuove CPU della serie 5000 di aumentare sensibilmente la loro velocità rispetto agli omologhi Ryzen 3000 e di lasciarsi alle spalle, in numerose occasioni, anche i più agguerriti concorrenti prodotti da Intel, forti delle loro frequenze di clock elevatissime. Il Ryzen 5 5600X è chiaramente meno prestante del suo fratello maggiore 5900X: ha esattamente la metà dei core e dei thread, ma la frequenza di base di ogni singolo core è la stessa, 3,7 GHz.
Diminuisce, invece, il boost in modalità turbo, che si ferma a 4,6 GHz. A guadagnarci sono soprattutto i consumi espressi nel TDP, che scendono da 105 a soli 65 Watt. Per il resto, le caratteristiche dell’architettura restano le stesse degli altri processori Zen 3, quindi ogni core ha a sua disposizione 512 KB di cache L2 e, tutti insieme, i sei core possono accedere a 32 MB di L3 condivisa. Fra l’altro, essendo questo processore composto da un singolo die, spariscono le latenze dovute alla comunicazione inter-die, di cui avevamo parlato nella suddetta recensione.
LE PRESTAZIONI COI GIOCHI
Partiamo a bomba con il discorso che ci interessa di più: le prestazioni nei giochi sono a dir poco galattiche, essendo solo leggermente inferiori a quelle del Ryzen 9 5900X. E con “leggermente inferiori” intendiamo dire che non ci si può proprio accorgere della differenza, soprattutto se abbiamo una buona scheda video a disposizione. Il motivo è chiaramente dovuto al fatto che i giochi solitamente generano pochi thread e funzionano benissimo anche su una CPU a 6 core (e 12 thread) come questa. Quindi, a parità di architettura e di frequenze di clock, l’unico modo per impensierire un Ryzen 5 5600X durante il gioco è mantenere in esecuzione, contemporaneamente, anche diversi altri programmi in background. Ma si tratta di un’eventualità piuttosto inusuale. In ogni caso, rispetto a un vecchio Ryzen 5 3600 l’aumento di velocità è considerevole:
Con Shadow of the Tomb Raider riesce a produrre addirittura 50 frame al secondo in più rispetto al predecessore, nella situazione più dipendente dalla CPU in assoluto, l’arcaica risoluzione 1280×720 pixel. Ma anche quel 10% in più strappato in FullHD e oltre non è da sottovalutare, così come non sono trascurabili nemmeno gli altri risultati. Va da sé, però, che il match più interessante rimane quello contro la sua concorrenza. Eccolo, quindi, a confronto con lo stesso Core i7-10700K dell’altra volta:
Come possiamo notare, le prestazioni tra le due CPU sono molto vicine, talvolta indistinguibili, ma c’è sempre quel ‘quid’ in più a favore del Ryzen che non si può dare per scontato, visto che il processore Intel è un po’ più costoso.
Continua nella prossima pagina…
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