Le Cyberbeat sono la risposta di Celly alla domanda di headset economici per il gaming. Riusciranno a soddisfare le nostre aspettative?
La primissima cosa che ho pensato, guardando il rosso e il nero che caratterizzano queste cuffie di Celly, è che fossero state progettate da un milanista. Poi l’occhio mi è caduto sulla piccola didascalia “Designed in Milano” e il sospetto si è fatto ancora più concreto. Considerazioni calcistiche a parte, che nel contesto valgono obiettivamente poco, ci troviamo di fronte a un headset che costa solo 40 euro e, per tanto, va valutato nell’ottica del massimo risparmio possibile.
chi è alla ricerca di qualità audio eccellente farà meglio a guardare altrove
Eppure, l’archetto è in grado di subire una considerevole torsione prima di spezzarsi e i padiglioni auricolari, sebbene siano quasi del tutto immobili, hanno il gioco che basta per adattarsi alla forma del cranio, risultando sorprendentemente comodi da indossare. I cuscinetti di gommapiuma che circondano gli altoparlanti sono rivestiti in similpelle e, grazie a una pressione non certo eccessiva, lasciano abbastanza respiro alle orecchie per consentire delle lunghe sessioni di gioco senza impazzire. Buona la qualità del microfono, che restituisce una voce forte e chiara anche in assenza sistemi di cancellazione del rumore e, quindi, non è il caso di metterlo alla prova in ambienti particolarmente rumorosi.
CONFEZIONE UN PO’ TROPPO “ECO”
Va bene che bisogna rispettare la natura ed essere eco-friendly, ma le cuffie ci sono state recapitate in una scatola di cartone leggero, avvolte semplicemente nella carta velina, senza un’anima interna di plastica, di cartone o di qualunque materiale sufficientemente espanso da garantire la protezione del dispositivo durante il trasporto: un problema molto relativo se comprerete le Cyberbeat al superstore del vostro paese, ma che potrebbe rivelarsi insidioso servendosi di un corriere presso un esercente on line. Abbiamo chiesto lumi in proposito a Celly, che ci ha comunicato di aver già implementato, per la merce attualmente in produzione, una valva interna che terrà in sede le cuffie. Nel frattempo, vi consigliamo di rivolgervi a negozi che già conoscete e che non lesinano sull’imballaggio. Nella scatola, in ogni caso, oltre al prodotto abbiamo trovato anche un piccolo manuale d’uso multilingua, tra cui c’è anche l’Italiano.
DOPPIA CONNESSIONE, ANZI NO
La modalità di collegamento a computer e console è piuttosto bizzarra. Il cavo è calzato, lungo più di due metri e lascia molta autonomia di movimento durante il gioco, ma oltre a essere fisso e a disporre di una vistosa e pesante rotella per il volume, termina con un doppiatore a Y e due spinotti diversi, uno USB e un jack tripolare da 3,5 mm. Il primo serve esclusivamente ad accendere le luci esterne sui padiglioni auricolari, fornite da alcuni led rossi integrati nelle conchiglie. Il secondo porta i segnali audio (stereo e microfono) ed è compatibile con le uscite per le cuffie dei joypad e dei telefoni cellulari. Non vi è quindi alcuna possibilità di ascoltare l’audio digitale di PC e console tramite la porta USB e il doppio cablaggio diventa subito un problema, se le rispettive porte si trovano a più di 30 cm di distanza.
Difficilmente succede con un PC, dove ci sono quasi sempre un connettore per le cuffie e una porta USB a distanza ravvicinata, ma immaginiamoci di collegare lo spinotto USB alla base di una console e il jack stereo a un joypad: saremmo costretti a impugnarlo in modo davvero innaturale. La situazione migliora di poco rinunciando all’illuminazione: la parte di cavo con lo spinotto USB continuerà a penzolare fastidiosamente e a urtare le gambe, a meno che non lo fissiamo al resto del cavo con un po’ di scotch o con un fermaglio. E bisogna aggiungere che non tutti i computer dispongono di una singola porta per auricolari: sono ancora molte le schede audio e i portatili che necessitano di due jack divisi per altoparlanti e microfono, e purtroppo nella scatola non è fornito un adattatore.
QUINDI COME SONO, QUESTE CYBERBEAT?
Questo headset di Celly ha delle buone idee ma le realizza con una certa ingenuità. Mi riferisco soprattutto all’idea di mettere un sistema di illuminazione per poi alimentarlo con uno scomodo spinotto secondario USB, e l’aspetto giocoso favorito da tutta quella plastica e dalla colorazione aggressiva purtroppo non aiutano, ma classificarlo come un prodotto insufficiente sarebbe uno sbaglio epocale.
Quello che le Cyberbeat ci tolgono in qualità dell’audio, ce lo restituiscono IN comodità
Voto: 6.5