Corsair Vengeance DDR5 32GB 5200MHz – Recensione

Corsair ci ha spedito un kit da ben 32 GB delle sue nuove RAM DDR5 della serie Vengeance, nome in codice cmk32gx5m2b5200c38…

Corsair Vengeance DDr5 recensione

Il primo kit di memorie DDR5 giunto in Redazione per effettuare delle prove è prodotto da Corsair, e lo si può identificare (non troppo) facilmente dalla sigla cmk32gx5m2b5200c38-pk1. Come in tutti i salti generazionali, forse è meglio premettere a chi possa servire la nuova tecnologia e in quali condizioni possa essere considerata più conveniente di quella precedente. Al momento l’unica piattaforma compatibile con questo nuovo tipo di RAM, almeno sul mercato consumer, è quella costruita intorno al chipset Intel Z690, vale a dire l’ecosistema – tra scheda madre e processore – compatibile con le recenti CPU Intel Core di dodicesima generazione, nota al grande pubblico come Alder Lake. Va precisato che su questa piattaforma le DDR5 non sostituiscono le DDR4 ma, piuttosto, vi si “affiancano”: ai produttori di schede madri è data la possibilità di scelta tra i due standard, per tanto ci saranno motherboard dotate di Z690 compatibili soltanto con le DDR5, oppure soltanto con le DDR4. Il controller della memoria, infatti, è integrato nella CPU e tutti i processori Alder Lake possono comunicare con moduli di entrambi i tipi, ma non contemporaneamente.

AL MOMENTO, I DUE STANDARD DDR5 E DDR4 CONVIVONO ANCORA

La staffetta generazionale comincia dunque con una sostanziale convivenza dei due standard, motivata da mille questioni di opportunità tra cui i bassi costi e la facile reperibilità delle RAM DDR4, laddove invece le DDR5, da nuove arrivate, richiederanno certamente un po’ di assestamento. Il percorso delle DDR4, del resto, insegna: debuttarono a 2.133 MHz per poi arrivare, strada facendo, fino agli attuali 5.000 MHz, anche se al momento le frequenze più usate sono quelle da 3.200 a 4.000 MHz. Le DDR5 in un certo senso ‘riprendono’ il cammino compiuto dalle precedenti: lo standard iniziale era fissato a 4.800 MHz, ma è già possibile procurarsi – disponibilità permettendo – moduli da 5.600 MHz e oltre, sebbene si tratti di prodotti decisamente costosi. Non solo le frequenze avanzano, ma anche la capacità: basta dare un’occhiata a Trovaprezzi per notare l’assenza di kit di taglio inferiore a 32 GB. Insomma, la necessaria premessa al passaggio verso questo standard superiore è la disponibilità a investire una considerevole quantità di denaro alla voce ‘RAM’ della vostra configurazione ideale. In particolare, i 340 euro richiesti da questi moduli a prima vista sembreranno eccessivi, ma in realtà non sono molti di più dei 310 euro che spenderemmo su un buon kit da 32 GB di DDR4.

I MODULI

Il kit contiene due moduli da 16 GB cadauno di memoria DDR5 Unbuffered da 5.200 MT/s (unità di misura più corretta rispetto ai MHz), con timing 38-38-38-84 alla tensione operativa di 1,25V. Sono costituiti da un PCB a 8 strati su cui sono presenti 8 chip di memoria prodotti da Micron. La novità rispetto alla memoria DDR4 è rappresentata dalla presenza di un PMIC su ciascun modulo, un circuito per regolare la tensione che, in precedenza, era invece posizionato sulla scheda madre. Lo spostamento non implica l’impossibilità di overcloccare la RAM e di aumentarne la tensione ma, semplicemente, che a occuparsi della questione non sarà più la scheda madre direttamente e che il suo firmware dovrà per forza interfacciarsi con questo chip.

La necessità di montare un PMIC, d’altro canto, è anche il motivo per cui è così difficile trovare le DDR5 sul mercato: lo shortage di componenti elettronici sta colpendo duro anche lì e queste nuove RAM, sebbene ancora scarsamente utilizzate rispetto al parco macchine esistente, sono già entrate nel ‘paniere’ degli scalper. Tutta la componentistica, in ogni caso, è protetta da uno spesso dissipatore in alluminio nero, con una bella zigrinatura triangolare che ne migliora l’aspetto. Sulla scocca non troviamo LED colorati o altri vistosi abbellimenti, ma è comunque possibile usare il software iCUE di Corsair per il controllo della temperatura. La gestione del profilo XMP 3.0 e dei timing per l’overclock è invece demandata al firmware della scheda madre, a cui sarà necessario accedere – come sempre – prima di caricare il sistema operativo. Dalle prove effettuate è emerso che questi moduli possono essere overcloccati stabilmente a 5.600 MT/s, a discapito però dei timing (CL 40) e della tensione di lavoro, che potrà salire a 1,35 V. In questo modo è possibile guadagnare tra il 5 e il 10% di velocità in più nei benchmark specializzati, ma senza che questo costituisca un sensibile vantaggio nella vita reale.

PERCHÉ SPENDERE DI PIÙ?

I test ci dicono sostanzialmente due cose: la prima, piuttosto ovvia, è che la RAM DDR5 da 5.200 MT/s è chiaramente più veloce della DDR4 da 4.000 MT/s maggiormente in uso oggi. Ma ci dicono anche che lo è soprattutto nei benchmark specializzati, mentre il software commerciale spesso non si accorge della differenza e soprattutto i giochi, che a noi interessano più di ogni altra cosa, producono al massimo pochi frame al secondo in più. Passare – per esempio – da 224 a 236 frame al secondo in Battlefield V non costituisce di certo una rivoluzione.

Ma questo è vero anche guardando oltre, vale a dire verso i 5.600 MT/s e anche più: nei giochi cambia poco o niente, rendendo quindi l’acquisto di moduli ancora più veloci un costoso esercizio di stile. I moduli Vengeance sono dunque un’ottima scelta per chi intende costruire il proprio PC da gioco partendo da una scheda madre Z690, che al momento ha solo una piccola controindicazione: la reperibilità sul mercato. Un problema che però affligge diversi rami della tecnologia e che non si può certo imputare al prodotto in sé, anche se probabilmente vi spingerà – almeno a questo giro – a scegliere ancora una piattaforma compatibile con le DDR4. Una scelta legittima e umanamente comprensibile, che tuttavia costituirà un vicolo cieco sul lungo termine.

Voto 8.8

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