ASUS ROG Azoth Extreme & Harpe Ace Extreme – Recensione

ASUS ci ha mandato un esemplare di ROG Azoth Extreme e Harpe Ace Extreme, rispettivamente la tastiera gaming più pesante e il mouse wireless più leggero che abbiamo mai recensito.

La tastiera ROG Azoth Extreme con il suo poggia-polsi.

La tastiera ROG Azoth Extreme è la più costosa che abbiamo mai recensito. Ha un poggia-polsi ampio e comodissimo.

Quando si tratta di periferiche da gioco, la serie ROG di ASUS si propone come una famiglia di soluzioni costose ma senza compromessi, un po’ come se fossero le supercar di lusso del settore. Sono dunque prodotti destinati a chi non bada a spese, pur di avere sulla scrivania il massimo che la tecnologia gli può mettere a disposizione e, anche se ormai sono anni che testiamo (anche) questo genere di prodotti, siamo rimasti letteralmente abbacinati di fronte a questi due dispositivi, agli antipodi per caratteristiche fisiche, ma accomunati dalla voglia di stupire.

Impossibile non notare il peso e la solidità della ROG Azoth Extreme, una tastiera che arriva a lambire i 1.500 grammi (precisamente 1.496, secondo la bilancia in cucina), contrapposti ai 47 grammi del mouse ROG Harpe Ace Extreme, così leggero nonostante i suoi tre sistemi di trasmissione dati (wireless con tecnologia proprietaria, cablato USB C e Blutooth) e una batteria interna ricaricabile.

Azoth Extreme - posteriore

Il lato posteriore della tastiera, su cui troviamo una porta USB e il selettore di modalità.

LA TASTIERA ROG AZOTH EXTREME

Ormai è quasi un mese che ho questa tastiera sulla mia scrivania, eppure non so da che parte iniziare a descriverla. Fondamentalmente, è una TKL – cioè priva di tastierino numerico – che occupa tre quarti delle dimensioni di un modello standard, ma i pulsanti a destra del blocco alfanumerico non occupano le loro solite posizioni: i 10 tasti “di movimento” si riducono a otto: Ins, Canc, PgSu e PgGiù incolonnati sul margine destro della consolle e le quattro frecce direzionali “incastrate” in prossimità dell’angolo inferiore, in modo che siano vicinissime al blocco principale, ma pur sempre separate da esso.

Il touch screen OLED e il pomello auto-centrante rendono la tastiera quasi autosufficiente.

Nell’angolo superiore destro, invece, troviamo un piccolo touch screen OLED multifunzione con cui è possibile visualizzare un’animazione, lo spettro della musica che si sta suonando, o specifiche impostazioni del computer e della tastiera, oltre che informazioni di vario genere come la temperatura della CPU, il profilo di gioco attivo, il livello di luminosità e volume, e così via. Ancora più a destra, proprio nell’angolo, c’è un pomello ‘auto-centrante’ che è possibile muovere verso l’alto e verso il basso, oppure cliccare in due direzioni.

Display touch e pomello

Il mini display touch screen a colori e il pomello sono il tratto distintivo della ROG Azoth Extreme.

Spingerlo dall’esterno più volte permette di cambiare genere di impostazioni, mentre il resto dei comandi cambia in base alla situazione. Ci vuole un po’ per prenderci la mano, ma una volta che ci si abitua a usarlo è difficile tornare indietro. Il display e il relativo pomello rendono la ROG Azoth Extreme quasi del tutto autosufficiente: basta collegarla a un sistema Windows o MacOS per avere il supporto immediato di quasi tutte le sue funzioni. Invece, per gli aggiustamenti “di fino” – come gli effetti luminosi, le macro speciali, la configurazione dei profili e così via – è sufficiente installare Armoury Crate, con cui è chiaramente possibile gestire entrambi i dispositivi.

PAROLA D’ORDINE: SOLIDITÀ

Nonostante le dimensioni compatte, la ROG Azoth Extreme pesa parecchio: circa un chilo e mezzo, che diventano 2,2 Kg se si considera anche il poggia-polsi, e lo si nota fin da subito. Da quando, cioè, la si afferra e la si estrae dalla lussuosa confezione.

confezione

Oltre a tastiera e poggia-polsi, nella scatola troviamo ogni tipo di accessorio.

Impossibile non notare la pesante armatura metallica che la circonda. Sembra di essere tornati, per solidità e durevolezza, a quelle immortali tastiere di metallo che IBM e le sue concorrenti producevano nei primi anni Ottanta, solo che in questo caso le dimensioni sono molto ridotte. Però non abbiamo bisogno di un grosso cavo per collegarla al computer, perché possiamo scegliere fra tre soluzioni diverse: il cavo USB, necessario soltanto per ricaricare le batterie interne quando si scaricano, la modalità wireless con tecnologia proprietaria SpeedNova e la modalità Bluetooth.

La ROG Azoth Extreme incarna solidità e resistenza, richiamando le iconiche tastiere metalliche degli anni ’80.

Nella scatola non troviamo solo il classico ricetrasmettitore USB, ma anche un dongle secondario che fa da amplificatore, e che permette al bottoncino di ricevere e trasmettere dati con un’effettiva frequenza di polling fino a 8 KHz. Chiaramente, sarà opportuno collegarlo a una porta USB 3.0, anche di prima generazione, per poterne trarre “beneficio”. Sul lato posteriore della periferica, infine, troviamo un piccolo vano ad apertura magnetica che consente di trasportare il ricetrasmettitore senza perderlo in giro, e che nasconde anche un selettore a levetta con cui è possibile regolare il supporto della guarnizione e cambiare, in un istante, il ‘feeling’ della digitazione, passando da un’impostazione ‘hard’ finalizzata alla precisione durante il gioco a una ‘soft’ che invece predilige la dattilografia.

vano porta-trasmettitore

Sul lato inferiore della tastiera, c’è un vano che permette di trasportare il trasmettitore a bottoncino. Dentro, c’è anche un selettore molto interessante.

Un toccasana, insomma, per chi deve scrivere molti testi e preferisce farlo con maggiore delicatezza, facendo meno rumore. Due anime che riescono tranquillamente a convivere nella stessa tastiera perché i tasti ROG NX Red non solo sono pre-lubrificati, ma appoggiano su diversi strati di coibente che non solo stabilizzano meglio i pulsanti durante la digitazione, ma assorbono tutti i possibili rumori provocati dagli switch. La placca superiore, quella su cui materialmente si incastrano i tasti, è in fibra di carbonio, materiale dalla resistenza e dalla leggerezza non comuni.

ASUS ha pensato davvero a tutto: possiamo inclinare maggiormente la tastiera applicandole degli eleganti piedini magnetici e, se vogliamo personalizzarne il feeling, possiamo anche aprirla e agire sulle parti interne, anche se francamente sarà molto improbabile che ne sentirete l’esigenza.

Un po’ sotto tono la retroilluminazione: anche quando sono regolati al massimo, i led non appaiono particolarmente luminosi e, quando si usa la tastiera di giorno, la retroilluminazione spesso si spegne rendendo i tasti quasi indistinguibili.

PER GIOCATORI ABBIENTI

Inutile girarci attorno: la ROG Azoth Extreme è una periferica molto costosa. Il prezzo di listino da 560 euro è assolutamente fuori parametro per la categoria di prodotto ed è davvero impossibile consigliarla a cuor leggero, soprattutto quando è ancora possibile acquistare, per cifre sicuramente alte ma ben più ragionevoli, il modello ROG Azoth dell’anno scorso (tra i 200 e i 300 euro in diversi e-store), quindi è più che giusto chiedersi cosa offra di più la versione Extreme al punto da raddoppiarne il prezzo. Sicuramente la spessa e pesante scocca esterna in alluminio, in grado di stabilizzarla e di renderla fisicamente più resistente: bella ma non strettamente necessaria, anzi, qualcuno obietterà che rende la tastiera più scomoda da trasportare nonostante le dimensioni compatte.

Il touch screen a colori e ad alta risoluzione è sicuramente più “catchy” del suo predecessore, ma resta sempre troppo piccolo e piuttosto impreciso al tocco, per essere considerato un elemento indispensabile. La tecnologia SpeedNova con Polling Booster potrà sembrare rivoluzionaria, ma continuo a nutrire delle riserve su tutto ciò che eccede in modo così plateale qualsiasi tempo di reazione umano, soprattutto con una tastiera.

I piedini di diverse altezze

Per inclinare la tastiera, possiamo usare piedini di due diverse dimensioni.

Insomma, per la ROG Azoth Extreme valgono le stesse considerazioni di un’auto sportiva. Se ci pensiamo bene, un’automobile è un mezzo finalizzato a trasportarci da un punto A a un punto B con ragionevoli rapidità, comodità e sicurezza. Un’auto sportiva di lusso, sicuramente, eccelle in tutti questi campi, ma il suo prezzo resta incomparabile rispetto a quello di tante alternative di ottima qualità, capaci di assolvere lo stesso compito in modo più che dignitoso. Una tastiera è una tastiera, serve a scrivere e a giocare, e in giro ci sono mille alternative meno vistose che permettono di assolvere i suddetti compiti egregiamente, anche se non hanno il blasone, i materiali, le sciccherie, le caratteristiche avanzate, il feedback tattile e le qualità di questa, almeno per adesso. Giusto o sbagliato che sia, ASUS lo sa e se la fa pagare. Cara.

IL MOUSE HARPE ACE EXTREME

Veniamo così al secondo dispositivo. Se la tastiera è probabilmente la più pesante sul mercato, il mouse è certamente tra i più leggeri. E c’è ben poco da eccepire qua: se vi piacciono i mouse leggeri, perché li trovate più comodi e più pratici rispetto a quelli massicci con pesi e contropesi, sapete benissimo meglio di me che bisogna accontentarsi di un modello cablato, o comprarne uno con i circuiti ridotti all’osso – tipicamente manca il Bluetooth – sperando che la batteria duri più a lungo di un battito di ciglia.

Mouse ROG Harpe Ace Extreme

Il Mouse ROG Harpe Ace Extreme è un campione di leggerezza. Solo 47 grammi, grazie alla fibra di carbonio.

Ma trovarne uno che sia leggero, wireless, ricaricabile, personalizzabile e dotato pure di connessione secondaria Bluetooth, beh, è tutto un altro paio di maniche. L’Harpe Ace Extreme è esattamente tutto questo. Quando lo afferri sembra fatto di plastichina, ma in realtà è tutta fibra di carbonio, e ti accorgi subito che ha una trama meravigliosa e che, in fondo, ha un solo difetto, almeno secondo me: il pulsante per la scelta dei DPI sulla base inferiore dell’unità, che ci costringe ad alzarla per ottenere un movimento più o meno sensibile. I dati tecnici, comunque, sono anche in questo caso eccellenti.

L’Harpe Ace Extreme unisce leggerezza e versatilità, con 42.000 DPI e 70 ore di autonomia.

Dentro all’Harpe Ace Extreme ci sono un sensore da 42.000 DPI, microswitch di tipo optomeccanico e una batteria in grado di fornire 70 ore di autonomia tra una ricarica e l’altra (96 in modalità Bluetooth), destinati a calare rispettivamente a 53 e 67 se si tiene l’illuminazione RGB – di fatto, la sola rotella – accesa. Anche in questo caso troviamo un ricetrasmettitore e un booster che permettono l’uso della tecnologia SpeedNova con polling a 8 KHz, più utile con un mouse che non con la tastiera. Inutile aggiungere che questo concentrato di tecnologie di altissimo livello abbia anche un altissimo prezzo al pubblico: 260 euro, dal triplo al quadruplo di qualunque altra soluzione mainstream.

Accessori

Nella confezione del mouse troviamo il ricetrasmettitore, il booster per il polling a 8 KHz e un paio di adattatori.

LA STRANA COPPIA

L’apparente scontro di grammature rende i due prodotti quasi inseparabili, così diversi ma anche così simili a causa del prezzo e della fibra di carbonio. C’è anche la possibilità di usare un solo ricetrasmettitore per pilotare entrambi. Non è un’idea nuova, anche la coppia di mouse e tastiera G309 e G515 Lightspeed di Logitech offre una soluzione analoga, ma può tornare molto utile in due situazioni ben precise: 1) quando si dispone di poche porte USB come coi notebook e 2) quando usiamo uno switch KVM per collegare gli stessi monitor, mouse e tastiera a più computer diversi, selettori che spesso comportano limiti all’energia che si può erogare ai dispositivi connessi.

L’impiego di un solo bottoncino, tuttavia, limita la frequenza di polling USB alla velocità standard di 1 KHz, annullando uno dei maggiori ‘selling point’ delle due periferiche. L’altra cosa che hanno in comune i due prodotti è il software Armoury Crate, un gestore centralizzato, in lenta ma costante evoluzione, per tutte le periferiche e le componenti interne di ASUS che, pur svolgendo onorevolmente il suo incarico, non brilla per leggerezza e reattività. Una volta installato, cosparge il sistema di task e processi (nel task manager di Windows ne ho contati almeno 22 direttamente riconducibili a lui) e si propone anche come launcher per i giochi installati sul sistema, l’ennesimo – se contiamo Steam, i suoi concorrenti, le utility di AMD e Nvidia e, perché no, il menu avvio del sistema operativo stesso.

so what???

Le scritte in cinese, che appaiono quando si cerca di disinstallare i plugin di Armoury Crate, sono qualcosa che non vorremmo mai vedere se spendiamo più di 800 euro per un mouse e una tastiera.

CONCLUSIONI

Azoth Extreme e Harpe Ace Extreme vorrebbero essere due prodotti di lusso, capaci di sfuggire a tutte le consuetudini con cui valutiamo le periferiche da gioco e in effetti, se mi avessero detto che un giorno avrei dovuto esprimere un giudizio su un mouse e una tastiera dal costo complessivo di 820 euro (come un intero computer, c’è chi ci mangia per un mese con quei soldi), probabilmente non ci avrei creduto.

Due prodotti eccezionali: eccellenza tecnica e lusso incontrano un prezzo davvero imponente.

E invece sono e restano due periferiche per computer, due oggetti che – al contrario dei beni di lusso veri – si deprezzano col tempo e sono soggetti a usura e obsolescenza, anche se ASUS ha puntato sui materiali e sulle tecnologie al top per convincerci del contrario. Sicuramente parliamo di due prodotti eccezionali e fuori dalle consuetudini, le cui caratteristiche “in più” rispetto alla maggior parte dei concorrenti, tuttavia, non sono nulla di dirompente, o di così rivoluzionario, da farle desiderare a tutti i costi. Eppure, dopo aver finito i test e averli riposti nella scatola, nonostante l’ottima qualità delle periferiche che uso normalmente, la differenza la sento eccome. In termini di comodità, di rumore, di feedback tattile. Ma mi sembra ovvio, visto il prezzo.

Voto 8.5

 

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