Red Dead Redemption – Recensione PC

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Ci sono voluti ben quattordici anni per avere Red Dead Redemption su PC. Un’attesa lunghissima per un risultato buono – in fondo il gioco è ancora un capolavoro – ma talvolta abbastanza bislacco.

Sviluppatore / Publisher: Rockstar Games/Rockstar Games Prezzo: 49,99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile Su: PC, PlayStation 5, Xbox Series X/S, Nintendo Switch Data di lancio: 29 ottobre 2024

Baricco scriveva che “La realtà ha una sua coerenza, illogica, ma effettiva”. In questa frase ritroviamo uno dei grandi misteri videoludici che ha portato una grande fetta di videogiocatori, in questo caso quelli PC, a vedersi un titolo come Red Dead Redemption, uscire su tutte le console esistenti, addirittura su Nintendo Switch, ma non su PC.

Una ferita rimasta aperta tutti questi anni che ora finalmente riesce a dare il via ad un processo di cicatrizzazione con l’annuncio, sudatissimo, del porting dello storico titolo di Rockstar Games su PC.

RED DEAD REDEMPTION, QUATTORDICI ANNI DOPO

Se come Jared Leto, vi siete improvvisamente affacciati nel mondo civilizzato, dopo una lunga permanenza nel deserto, e scoperto che da diversi mesi il mondo è stato vittima di un’epidemia da Covid-19, ebbene è ora di rimettere il timoniere della vostra nave mentale al suo posto e recuperare le informazioni essenziali.

Si comincia, ancora una volta, e siamo contenti.

Red Dead Redemption è uno dei – tanti – capolavori videoludici di casa Rockstar Games. Mai come in quel lontano 2010, nessuno si sarebbe aspettato di mettere mano su un videogioco tanto profondo nelle meccaniche come nell’approccio narrativo, lanciando il suo (anti)eroe – John Marston – e relativi personaggi satellite, nell’Olimpo dei videogiochi che contano, di quelli per cui chiunque PCista del tempo, non ha fatto altro che pregare il dio del tempo per sperare in una conversione per Personal Computer. Insomma, ce l’ha fatta GTA 5, perché non dovrebbe farcela un titolo ancor più vecchio?

questa prima favola di pistole, sabbia, bande e briganti è rimasta chiusa nelle console di Sony e Microsoft, facendo crescere proseliti e adepti

Eppure no, la favola di pistole, sabbia, bande e briganti è stata chiusa nelle console di Sony e Microsoft, facendo crescere proseliti e adepti di quello che poi , anche grazie a Red Dead Redemption 2, è diventato un franchise di enorme successo, lasciando orfani tutti i fruitori del PC Gaming. Oggi questo divario è stato finalmente reso vano con l’arrivo di Red Dead Redemption in questa che è, togliendo ogni dubbio, una conversione. Non una remastered, tanto meno un remake, ma una conversione. Informazione inutile direte voi. No. Ci torneremo a breve.

LA FINE DELL’INIZIO

Trattando questa recensione oggi, non possiamo non riorganizzare gli eventi narrativi: Red Dead Redemption inizia proprio dove finiva Red Dead Redemption 2, con i poco simpatici della neonata FBI che tramite minacce sulla famiglia di John Marston, gli chiedono di rintracciare i membri della sua ex gang e di eliminarli.

John Marston, in tutto il suo splendore.

Ferito dopo un primo scontro poco fortunato e recuperato da una donna che lavora in un ranch, da qui ha inizio un’odissea che si sviluppa lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, in un periodo storico – il 1911 – dove l’idea del vecchio west ormai sta lasciando spazio all’ordine e a un’evoluzione della civiltà.

Con il pacchetto di Undead Nightmare, ci possiamo divertire ancora tante altre ore

Non a caso è proprio il contesto storico che evoca forte fascinazione come lo stesso materiale narrativo si applichi su un canovaccio di contesti, critica, speranza per il futuro, assieme ad una storia plasmata su personaggi scritti divinamente. A distanza di anni, Red Dead Redemption non perde nessun grado di carisma nell’esposizione della trama, di come ogni singolo personaggio ed evento venga tratteggiato, rievocando non tanto quel gusto da spaghetti-western di cui si assaporano le vibrazioni e le ispirazioni, bensì una costante parabola che giunge al tramonto. Un capitolo di storia violento e senza regole, che giunge al termine e noi pistoleri solitari a portare a termine una missione per la nostra famiglia. Vera poesia crepuscolare in movimento.

EMOZIONI E OTTIMIZZAZIONI

Al netto del tempo passato, l’esperienza ludica come lo stesso pacchetto di gioco di Red Dead Redemption è ancora oggi un pasto prelibato. Bisogna comunque arrivare al compromesso che parte di quel realismo che abbiamo vissuto con GTA 5 e RDR2 poi, qui manca totalmente. Poco male, il contesto del tempo poneva Rockstar a sviluppare questo gioco in un ambiente hardware con chiari limiti del tempo, dunque si apprezza sempre una meno linearità e fluidità di alcuni movimenti, senza comunque perdere carisma e scorci di frontiera davvero mozzafiato. Ancora una volta, una bella pagina di un qualunque romanzo di McCarthy, da vivere pad alla mano.

Il colpo d’occhio è ancora oggi impressionante.

Una nutrita armeria, tantissime missioni da affrontare, sessioni di caccia, innumerevoli easter-egg in pieno stile Rockstar e tanti mini-giochi. Con Red Dead Redemption è decisamente impossibile annoiarsi e – almeno in questo caso – rigiocare questo vero e proprio classico a distanza di così tanti anni, rende ancor più giustizia ad un progetto che nella sua proposta non sembra invecchiato di una virgola.

Il titolo è una conversione, ma si porta dietro un quantitativo di problemi tecnici davvero fastidiosi

Con una pulizia generale dei modelli poligonali (che sono sempre datati 2010, inutile girarci attorno) e una spolverata alla maestosa mappa di gioco, rimettersi in sella ad un cavallo e cavalcare in queste terre è tanto coinvolgente quanto appagante. Meglio se poi si sta in sella, fucile puntato contro il nostro obiettivo, e qui ecco che Red Dead Redeption si porta dietro alcuni difetti già presenti alla sua uscita storica, con un responso generali dei comandi che non sempre risulta preciso e reattivo. Niente da rendere il titolo difficile da trattare o giocare, ma sarebbe stato lecito aspettarsi una piccola ottimizzazione visto questo evento storico, ma no. Ecco dunque rievocare un concetto evidenziato prima: questa è una conversione, non una remastered, dunque sul fronte dei difetti, c’è stato tempo per ottimizzare e sistemare il titolo?

CHE HAI FATTO IN TUTTI QUESTI ANNI? SONO ANDATO A LETTO PRESTO

No. Secco, diretto e conciso. Rockstar, un po’ come il Noodles di C’era una volta in America, sembra essere scappata dai suoi fantasmi per poi ritornare ad affrontarli quando c’era qualcosa di ben più importante sul piatto, una portata che ha come nome GTA 6. In tal senso, Red Dead Redemption su PC soffre di alcuni problemi legati alle prestazioni a dir poco imbarazzanti, se non proprio inconcepibili visto che parliamo proprio di Rockstar. Ma se tutte le risorse della casa di sviluppo sono concentrate sulla nuova Vice City, cosa rimane a John Marston? Un bel po’ di magagne tecniche.

La senti la poesia?

Non si discute la prestazione generale del titolo, che sul computer di prova, settato tutto su ultra, ha restituito uno sguardo decisamente ammaliante e senza sbavatura estetica. I problemi purtroppo si ritrovano in innumerevoli bug, alcuni di questi che a memoria non si ricordano alla sua prima release. Spesso e volentieri il modello poligonale di John si blocca e si resetta quando si scende o si sale da cavallo, per non parlare di alcuni strani movimenti di alcuni personaggi, che sembrano spesso disorientati. Ripetiamo, questa è una conversione, dunque è anche banale sottolineare come anche con una macchina da gioco tarata verso il basso, i risultati saranno sempre eccellenti e su questo fronte, un certo grado di ottimizzazione nell’esecuzione si nota.

Lo abbiamo atteso quattordici anni, ma finalmente abbiamo anche Red Dead Redemption su PC

Passassero i bug e relativi glitch che spesso esplodono su schermo, un altro aspetto davvero controverso di questa conversione è che difficilmente il gioco riesce a mantenere il frame rate. Anzi, basta cambiare l’azione in corso, per assistere ad un graduale calo di frame rate per diversi secondi, gli stessi che servono per rimettere in equilibrio tutta l’esecuzione. Camminate ed estraete la pistola? Crolla il frame rate. Salite a cavallo? Bug assieme al calo di frame rate. Decidete di fare un salto? Frame rate. Insomma, dopo una manciata di ore ci si fa l’abitudine e anche qui, niente che renda impossibile il gioco nella sua interezza, ma che stess assistere a questi problemi di esecuzione, ancor di più nell’ottica per cui non siamo davanti ad un lavoro di remastered fatto in fretta e male (ricordate il lancio della GTA The Trilogy?) bensì ad una conversione di un gioco che ha ben quattordici anni sulle spalle che riesce ad essere versatile su console, ma non su PC.

UN PACCHETTO COSTOSO

Red Dead Redemption su PC costa ben 50€, compreso del pacchetto Undead Nightmare. Non stupisce questa scelta, che segue una politica ben chiara di Rockstar attorno le proprie creazioni e proprietà, ma visto il risultato finale e i diversi problemi di esecuzione, difficilmente questo prezzo trova spazio nel caldo abbraccio del vecchio west.

Con il pacchetto Undead Nightmare si assicurano altre ore di divertimento.

Ancora una volta, parliamo di un titolo non proprio recente che si presenta nel suo unico terreno dove ancora mancava, ad un prezzo tutt’altro che concorrenziale, con una rifinitura tecnica totalmente assente. Insomma, benvenuto Red Dead Redemption su PC, ti giochiamo anche così, per carità, ma non possiamo nascondere il fatto che ci saremmo aspettati molto di più.

In Breve:  Red Dead Redemption è finalmente arrivato su PC e tanto basta per celebrare questo gioco, ma a distanza di quattordici anni, il risultato sul fronte dell’ottimizzazione è decisamente nullo, con alcuni problemi tecnici, come bug o frame rate ballerino. Contestualizzate dunque il voto, che non rappresenta la grandezza di questa opera, bensì lo stato in cui si presenta oggi, dopo tutto questo tempo, su PC.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Settato tutto su Ultra, il gioco risponde con ottime prestazioni (è pur sempre un gioco di quattordici anni fa). Nulla da fare purtroppo contro i fastidiosi bug e cali di frame rate.

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Pro

  • È Red Dead Redemption / L'epopea di John Marston è ancora oggi magnifica / Le mappe non sono invecchiate di una virgola / C'è anche Undead Nightmare

Contro

  • Prezzo decisamente troppo alto / Crollo inspiegabile di frame rate
8

Più che buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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