Parlare di Civilization è sempre una gioia e un dramma. Una gioia perché, volente o nolente, la saga di Sid Meier è una componente fondamentale della mia vita da videogiocatore e mi accompagna dagli inizi degli anni ’90 con le sue vette e i suoi punti più bassi (inoltre, avere un’ottima scusa per passare qualche decina di ore “senza troppi sensi di colpa” sull’ultimo capitolo della serie è qualcosa di commovente); un dramma, perché c’è sempre così tanta carne al fuoco di cui parlare che entro ogni volta in crisi innanzi al foglio vuoto che devo riempire.
È passato più di un anno da quell’ottobre 2016 che vide l’avvento di Civilization VI, capitolo che – secondo il sottoscritto – ha rasentato la perfezione, offrendo ben pochi elementi per cui lamentarsi e raccogliendo le migliori caratteristiche maturate in venticinque anni di seguiti, espansioni e modifiche al regolamento. Mi perdonerete se darò per scontata qualche meccanica o caratteristica di gioco parlandovi di Rise and Fall, l’ultima fatica di Firaxis, ma immagino che, almeno a grandi linee, tutti conoscano la creatura più importante di Sid Meier. E se così non fosse, vergogna vi colga!
ORO E OMBRA
Immaginare i contenuti di un’espansione per Civilization VI era semplicemente impossibile: con un titolo così solido e ricco come l’opera originale, cercare di capire in che modo Firaxis avrebbe ulteriormente allargato l’esperienza di gioco era pura follia. Certo, alla sua uscita il titolo in questione non era esente da difetti, ma grazie all’ottimo supporto fornito dalla casa di Baltimora (e, perché no, grazie ai numerosi DLC che hanno aggiunto un discreto numero di leader e civiltà), mese dopo mese, le piccole sviste hanno ricevuto un adeguato trattamento. Quello che forse mancava era un briciolo di immediatezza in più per quanto riguarda le informazioni da tenere sempre sott’occhio: cosa sta producendo una città? Quanti turni mancano, di preciso, all’aumento della popolazione? In che modo i miei accampamenti vengono influenzati dalle religioni e dalla lealtà (tranquilli, torneremo a breve sull’argomento)? Ora è tutto ben visibile sui banner delle cittadine, proprio a lato del nome del centro abitato e a portata immediata di clic. Può sembrare una novità di poco conto, ma in realtà ha facilitato assai l’organizzazione dei miei turni.Passando invece ad argomenti più “corposi”, attorno al pulsantone delle notifiche e di fine turno, in basso a destra, è ora comparsa una barra che si riempe a seconda dei “Punti Era” guadagnati. Quando affrontiamo un evento storico importante per la nostra civiltà – come scoprire un nuovo continente, costruire una meraviglia, distruggere un accampamento barbarico o fondare una religione – guadagniamo punti che vanno a riempire un contatore il cui scopo è indicare in che modo prospererà la nostra stirpe: soddisfacendo i requisiti minimi affronteremo, a tempo debito, un’Epoca normale; superandoli ampiamente entreremo, di fatto, in un Età dell’Oro, con notevoli bonus legati alla felicità e lealtà dei cittadini; fallendo nell’impresa, invece, ci toccherà sopravvivere a un’Età Oscura, con malus decisamente poco simpatici.
grazie all’introduzione dei Punti Era, le strategie sono mutate, e nemmeno di poco, e viene premiato uno stile di gioco più attivo
Va segnalato, soprattutto, che le strategie di gioco sono mutate, e nemmeno di poco, grazie a questa piccola – ma importante – novità: è necessario compiere sacrifici per stare al passo delle altre civiltà, e viene premiato uno stile di gioco più attivo rispetto a uno decisamente “sedentario”, e persino compiere qualche sciocchezza, pur di racimolare un paio di punti Era in più, può essere un’incredibile strategia vincente. Persino dedicare tutti i propri sforzi alla ricerca tecnologica e civica, al fine di far scattare il passaggio di era globale prima del previsto, può essere un’interessante tattica volta a mettere i bastoni tra le ruote ai propri avversari, magari intenti a terminare una guerra fin troppo duratura che ha portato a un triste stallo.
Arriviamo, finalmente, alla vera e propria anima di Rise and Fall: la Lealtà. Tale valore indica il modo in cui una città è influenzata dalla nostra civilità, e una volta che tale variabile raggiunge lo zero assisteremo a una vera e proprie ribellione che leverà ogni barriera dalla cittadina interessata, lasciandola facilmente conquistabile sia militarmente che – udite, udite! – culturalmente. Tramite la Lealtà, difatti, è letteralmente possibile conquistare nuovi territori strappandoli ai legittimi proprietari senza nemmeno alzare un coltellino, a patto – ovviamente – di rendere i propri cittadini felici e soddisfatti. Durante una partita ho visto il “povero” presidente USA tentare di conquistare un avamposto Coreano (le battute si sprecano) per una cinquantina di turni, continuando a fallire miseramente innanzi all’altissimo potere culturale che il popolo orientale garantiva alla sua cittadina. Per sbloccare la situazione, Roosevelt ha dovuto indebolire la Lealtà coreana e mettere in gioco un Governatore nel suo nuovo “bottino di guerra”.
VOTE FOR GOVERNOR MARLEY!
I Governatori sono l’altra, gradevole aggiunta di Rise and Fall: grazie alle ricerche civiche è possibile, di tanto in tanto, guadagnare Punti Governatore che possono essere spesi per ingaggiarne uno tra i sette disponibili, ognuno in grado di fornire bonus particolari, o di migliorarne uno già presente nei nostri territori, con lo scopo di garantire ulteriori vantaggi ai nostri possedimenti. Anche in questo caso le strategie si fanno decisamente varie, dato che si aggiungono i benefici ottenuti dal Palazzo del Governo, un nuovo distretto il cui scopo è quello – come dice il nome – di migliorare diversi aspetti dell’impero a seconda del proprio stile di gioco.
l’anima vera e propria di Rise and Fall è rappresentata dalla Lealtà
Come ciliegina sulla torta, troviamo nove nuovi leader per otto civiltà, ben equilibrate tra loro ma che – fondamentalmente – ruotano attorno alla nuova meccanica della Lealtà. Civilization VI, a più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione, continua a monopolizzare le notti di migliaia di appassionati grazie a quel “ancora un turno e poi smetto”, e grazie a Rise and Fall continuerà a sedersi sul trono del genere 4X ancora per molto, moltissimo tempo.
Rise and Fall è un’ottima espansione che, come era lecito aspettarsi, amplia l’offerta di gioco e aggiunge una bella dose di carne al fuoco, portando sui nostri schermi nove nuovi leader, otto civiltà, un miglioramento generico dell’esperienza ludica e una bella dose di novità in grado di modificare, in modo più o meno importante, le strategie necessarie per raggiungere la vittoria. Se Civilitazion VI nella sua incarnazione “liscia” è già un ottimo titolo, con questa espansione guadagna qualche punticino in più.