Silver Chains – Recensione

PC PS4 Switch Xbox One

LA RICERCA DELLE PARTI MANCANTI DEL BAMBOLOTTO DEMONIACO NON SARÀ CERTO UNA TRANQUILLA PASSEGGIATA DI SALUTE

Il vero heart attack a cui sarete sottoposti sarà dato da continui colpi di scena durante la ricerca delle parti mancanti del famoso bambolotto dagli evidenti disturbi comportamentali, che già all’epoca sterminò tutta la famiglia e che, come scoprirete, non ha ancora perso il “vizietto”. Inoltre, mentre sarete concentrati nelle varie ricerche, dovrete scappare e nascondervi dal terribile fantasma di Tamsin ma, niente paura, la piccola Ellie vi aiuterà saltuariamente. Un consiglio… Non fatevi distrarre troppo. Ci sono poche interazioni con gli oggetti e non tutte porteranno a una soluzione o al rinvenimento di un pezzo utile.

silver chans recensione

Stanze così dettagliate aiutano nell’orientamento.

Meno scontata sarà la parte più tecnica di ricerca delle varie soluzioni di uscita. Le stanze sono tante ma fortunatamente sono abbastanza diverse e distinguibili, soprattutto quelle principali, il che permette un orientamento decisamente agevole in un ambiente tanto grande. A differenza di tanti giochi simili, qui tutti gli oggetti sono curati nello stesso modo, non solo quelli con cui interagirete. Buona parte delle stanze sono al buio ma molte sono provviste di camini accesi e piccole lampade che permettono di apprezzare maggiormente l’uso delle luci e dei riflessi che risulta sempre ben realizzato e apprezzabile.

NON APRITE QUELLE PORTE

La casa è davvero grande e le porte sono innumerevoli, poche di queste si apriranno con una chiave, alcune in seguito alla risoluzione di un enigma mentre altre non le vedrete neanche (qui entra in gioco il monocolo). Qualcuna non si aprirà affatto, quindi non scervellatevi. Quelle che vi serviranno oltre alle porte appena elencate le aprirete dalla parte opposta, facendo il giro interno della casa, così da raggiungere più velocemente i vari ambienti.

Fidatevi…. Non vedrete l’ora di tenerlo per il collo!

Come in molti giochi di questo tipo, dietro di esse si nascondono inquietanti scoperte e colpi di scena, laddove lo sblocco di una porta sarà più volte la ricompensa che vi porterà allo step successivo. Qui può diventare importante sfruttare il buon campionamento di suoni ambientali per udirne l’apertura. In linea generale i movimenti che il protagonista può compiere sono ridotti, potrete solo camminare, correre, abbassarvi e usare due oggetti sempre in dotazione; una semplicità di base, insomma, che rende il gioco davvero fruibile ai più inesperti.

TOLTO L’AUDIO TOLTA LA PAURA

Il gioco è coinvolgente e accattivante ma, come in molti casi, se togliete l’audio sparisce anche la paura. La maggior parte delle volte in cui salterete dalla sedia sarà per la perforante musica a livello di un concerto punk che parte improvvisamente nei “jumpscare” e quando dovrete nascondervi o scappare.

IL BILANCIAMENTO DEL SONORO LASCIA TALVOLTA A DESIDERARE

Va bene che la musica è da sempre un elemento fondamentale in un horror di qualsiasi tipo che si rispetti, ve bene che è coinvolgente avere un significativo aumento di volume nei momenti clou della storia ma qui forse stiamo esagerando. Una più corretta equalizzazione tra rumori di sottofondo, musica e acuti sarebbe stata forse una soluzione. Anche perché essendo ben fatti è un peccato dover rinunciare a uno o più di questi elementi. In sostanza comunque funziona.

In breve: Silver Chains è un piacevole game horror da divano, ottimo da fare in compagnia. Presenta caratteristiche originali del suo genere, anche se non mancano le fonti d’ispirazione. Gli ambienti sono ben distribuiti, curati nei dettagli e l’utilizzo della luce e dei riflessi è stato oggetto di buona attenzione, nonostante il framerate sia instabile e si scenda spesso sotto i 30 fps. Atmosfera e musiche sono entrambe degne di nota; peccato per un audio troppo squilibrato sui jumpscare che indubbiamente spaventa, risultando però a tratti fin troppo fastidioso. Ma mai come i bug che ti costringono a tornare indietro…

Piattaforma di Prova: PS4
Com’è, Come Gira: Grafica apprezzabile, soprattutto l’uso dei dettagli e dei riflessi di luce, peccato per il framerate instabile e qualche bug che può costringere anche a ricorrere a vecchi salvataggi di gioco. Inoltre dovrete accontentarvi di fps che scendono volentieri sotto i 30.

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Pro

  • Atmosfera inquietante / Musiche coinvolgenti (fin troppo, a volte) / Buone texture.

Contro

  • Manca la traduzione italiana / Numerosi bug / Squilibrio grafico tra interni ed esterni.
6.3

Sufficiente

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