Skull & Bones – Recensione

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Per tutte le polene, Ubisoft ce l’ha fatta davvero a pubblicare Skull and Bones, il suo MMO a tema piratesco annunciato all’E3 2017. Chi l’avrebbe mai detto dopo uno sviluppo così tempestoso e tanti rinvii? Arrr!

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft / Ubisoft Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo e cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Epic Games Store, Ubisoft Store), PS5, Xbox Series X|S Data di lancio: Già disponibile

Recentemente definito un AAAA da Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, Skull and Bones è un live service ambientato nelle tumultuose acque dell’Oceano Indiano, alla fine del 17° secolo. Dopo una battaglia navale contro la flotta francese, ci ritroviamo su una bagnarola – il dau – con una sparuta ciurma che vede in noi l’astro nascente della pirateria.

I primi momenti in balìa dei flutti aiutano a comprendere le meccaniche di un open world marittimo in cui ovunque si respira salsedine, polvere da sparo e criminalità. L’introduzione ci conduce al cospetto di John Scurlock, un pirata a capo dell’isola di Saint-Anne, il quale promette di fare di noi un celebre bucaniere a due condizioni: trovare una nave degna di questo nome e usarla per rendergli i dovuti servigi.

SKULL AND BONES BOCCIATO IN STORIA

Ha inizio così la nostra luminosa carriera piratesca. Partendo dalla gavetta, dovremo darci da fare per scalare i ranghi e conquistare l’ambito titolo di terrore dei mari. Chi spera di ritrovarsi al centro di un avvincente canovaccio fatto di intrighi, personalità carismatiche e colpi di scena rimarrà deluso. Narrativamente parlando, Skull and Bones non stupisce con effetti speciali, anzi ben presto la storia finisce per passare in secondo piano.

Chi spera di ritrovarsi al centro di un avvincente canovaccio fatto di intrighi, personalità carismatiche e colpi di scena rimarrà deluso

Il gioco è interamente basato sull’azione in mare, fra navi governate dall’IA e imbarcazioni degli altri giocatori (tranquilli, il PVP si sblocca solo nell’endgame), ma anche qui bisogna chiarire alcuni punti; niente scorribande a piedi su atolli da catalogo (non si possono certo annoverare in questa categoria i momenti sulla terraferma presso gli hub dove si trovano i mercanti, i quest giver, i negozi e i servizi), dimenticatevi anche i duelli sui ponti delle navi da depredare giacché nulla di tutto ciò è previsto. L’abbordaggio c’è, ma è limitato alla pressione di un tasto al momento giusto e una cut scene.

Gli scontri sanno essere dinamici, tattici ed emozionanti.

Chi ha giocato ad Assassin’s Creed Black Flag riconoscerà al volo la spina dorsale che sorregge la navigazione e il combattimento navale, i due punti di forza del progetto di Ubisoft Singapore (e molti altri studi Ubisoft). Solcare le onde è un atto decisamente arcade, è semplice e immediato, il realismo o la simulazione non sono contemplati tuttavia ciò non significa che non sia divertente salpare alla ricerca di materiali, quest item o eventi PvE in solitaria, con due amici o sfruttando la ricerca in game.

Solcare le onde è un atto arcade e immediato, il realismo o la simulazione non sono contemplati, tuttavia ciò non significa che non sia divertente

Grazie a un’azione intensa nonché travolgente nella sua spumeggiante spettacolarità, il combat system è il meglio che Skull and Bones offra. Colpire i punti deboli dei nemici eccita, le manovre offensive/difensive attuate ora sfruttando il vento e la velocità, ora il posizionamento delle altre navi rispetto alla nostra e ai suoi armamenti, regalano soddisfazioni quando vanno a buon fine. Proteggere la nostra vita – se si muore si può respawnare in un luogo sicuro o nelle vicinanze, ma in quest’ultimo caso bisogna sbrigarsi a recuperare il carico perduto à la soulslike – e il nostro bottino è fondamentale se vogliamo ottenere valuta/risorse per il crafting e i tanto agognati Punti Infamia, tutto quel che occorre per raggiungere il successo.

FUOCO AI CANNONI!

Senza una storia a pungolarci, il sistema di progressione unito alla sete di potere è l’unica motivazione che spinge a salpare per completare delle missioni che, un po’ per la distanze da percorrere (c’è il viaggio rapido, ma non sempre), un po’ per il grind da cui non si scappa, più o meno rapidamente tendono a scivolare nella ripetitività. La rotta per la gloria passa anche attraverso la personalizzazione dell’avatar e soprattutto delle vere star del gioco, le navi. Divise in Tank, DPS e Supporto proprio come avviene nei MMORPG, ciascuna dotata di proprie peculiarità/statistiche e perciò, timone alla mano, di pro e contro evidenti, le dieci navi realizzabili dopo aver ottenuto i progetti possono essere modificate sia nell’aspetto, sia nella dotazione.

La prima nave non si scorda mai: ecco il Bedar, un agile Lanciere DPS.

Esistono una gran varietà di cannoni da sbloccare (avete sempre sognato di far piovere fuoco sulle teste della flotta francese? No problem) e lo stesso vale per le munizioni, per la mobilia che fornisce buff utili e per gli ornamenti. Inizialmente non si avverte un gran bisogno di cambiare mezzo, ma esplorando l’enorme mappa diventa necessario rivedere le proprie convinzioni per poter navigare indenni o quasi in determinate zone. Se il combat system aiuta a sentire meno la ripetitività, il progression system offre di volta in volta almeno un motivo per tornare in mare. Taluni potrebbero ritenere tutto ciò insufficiente a giustificare il monte ore richiesto da un gioco che non dà l’impressione di essere partito con il vento a favore e tutte le vele ben spiegate, talaltri invece potrebbero reputarlo abbastanza per dargli il proprio tempo.

RAGIONERE, CAZZI LA RANDA

Skull and Bones è un live service interessante per certi versi e deludente per altri. La travagliata fase di gestazione verosimilmente ha lasciato qualche strascico, eppure, in mezzo alle promesse mantenute solo in parte, qualcosa di valore c’è. Insieme al combat system e alla progressione, anche le sensazioni al comando del proprio vascello nel mare di perigli e opportunità finiscono per meritarsi un posto nel forziere con gli elementi positivi. Un’altra menzione spetta alle attività endgame, troppo poche per garantire all’ultima fatica Ubisoft di sopravvivere sul medio-lungo periodo, ma che comunque dimostrano d’avere un buon potenziale nel mix PVEVP che viene a crearsi durante i Colpi Leggendari (attività in cui gli altri possono aggredirci per rubarci il bottino).

La travagliata fase di gestazione verosimilmente ha lasciato qualche strascico, eppure, in mezzo alle promesse mantenute solo in parte, qualcosa di valore c’è

Anche le Taglie, i Saccheggi – forti da assediare, ondate di nemici da affondare – e la possibilità di sfruttare le rotte commerciali o gli avamposti per aumentare i profitti sono capaci di stuzzicare il meno esigente dei bucanieri, ma difficilmente tutto ciò soddisferà pienamente chi, da quell’annuncio nel lontano 2017, sognava il gioco di pirati definitivo. A questo punto la domanda sorge spontanea: basteranno i contenuti futuri a raddrizzare la rotta?

In Breve: il rischio di risultare ripetitivo se non addirittura tedioso in alcuni frangenti, la narrativa insipida e un comparto tecnico perfettibile gli remano contro, eppure non tutto è da buttare perché Skull and Bones ha alcune buone feature e del potenziale, riesco a percepirlo mentre solco i suoi mari destreggiandomi fra scontri PVE e altri giocatori che, come me, ambiscono al titolo di re dei pirati. Purtroppo i problemi durante lo sviluppo sembrano riflettersi su un live service che, al netto dell’intrigante setting piratesco e di qualche buona idea, allo stato attuale delle cose è incapace di distinguersi dalla massa per rivaleggiare con i colossi del genere. 

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Il colpo d’occhio in mare è d’impatto, ma se da un lato abbiamo le navi e i panorami che ammaliano, dall’altro ci sono dei dettagli grossolani – visi, modelli, animazioni, barriere invisibili – che stridono anacronisticamente specie quando ci si ferma a guardare NPC, insediamenti, HUB e luoghi visitabili a piedi. Si segnala la presenza di qualche artificio visivo e bug (come un avviso che non voleva saperne di sparire, ma col passare dei giorni la situazione è migliorata). Su PS5 sono presenti due modalità (Prestazioni e Qualità) e, data la componente social, serve un abbonamento a PS Plus per giocare. DualSense sfruttato poco o niente, comparto audio piacevole.

 

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Pro

  • Combattimento navale convincente / Personalizzazione e sistema di progressione stimolanti / il mix PvEvP nell'endgame ha del potenziale

Contro

  • Componente narrativa inconsistente / Ripetitività e noia possono farsi sentire / Tecnicamente migliorabile
7

Buono

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