È facile gasarsi come una lattina di seltz quando sei a schiena a schiena tra Fratelli, in un buio corridoio di Space Hulk: Deathwing, con il Gran Maestro Belial in persona a sussurrarti gli obiettivi nelle orecchie. Il gioco di Streum On Studio è un monumento action all’universo di Warhammer 40K, capace di esaltare con indiscutibile carisma le atmosfere del celebre spin-off tattico del 1989, dove il Medioevo intergalattico della saga ha incontrato il terrore claustrofobico di Alien. Un monumento con tante imperfezioni, purtroppo, e noi siamo qui apposta per trarre un bilancio.
WITHOUT THE DARK, THERE CAN BE NO LIGHT
Il team francese non ha provato a “digitalizzare” dadi e caselle, come nel recente e modesto Space Hulk di Full Control Studios, ma si è addentrato nell’impresa ancora più pericolosa di trasporre le regole e l’ambientazione su un registro decisamente d’azione; un’operazione talvolta odiosa, per la verità, ma in questo caso portata avanti con indiscusso talento dagli autori di EYE, interessante ARPG cyberpunk (indipendente, stavolta sono editi da Focus) messosi in mostra qualche tempo fa. In questo senso, però, è meglio ribadire un concetto: definire “di ruolo” i premi in armi o i punti skill di Space Hulk: Deathwing sarebbe davvero eccessivo, e il gioco di Streum On Studio è invero molto più vicino al modello di Left4Dead (e del “cugino” Vermintide), pur se arricchito da un sistema di semplici ordini tattici per i compagni controllati dalle AI in single player.
il gioco di Streum On Studio è relativamente vicino al modello di Left4Dead, arricchito da un sistema di semplici ordini tattici per il single player
WITHOUT THE DEATH, THERE CAN BE NO SACRIFICE
Il level design è ben articolato e funzionale, tra stretti cunicoli dove macinare i nemici come alle Termopili, con armi pesanti o semplici colpi melee, e spazi più grandi in cui il posizionamento degli alleati e l’equipaggiamento assumono un ruolo ancora più cruciale: è sempre fondamentale tenere in buona salute l’Apotecario, per curare le ferite della squadra un dato numero di volte, e in tutti i casi i Confratelli della Deathwing Dark Angels possono aprire, bloccare e sfondare a sganassoni la gran parte degli ingressi (o anche aprire passaggi segreti, rilevabili dalla dettagliatissima mappa generale), oppure hackerare o distruggere le torrette che si troveranno infidamente sulla strada.
I pezzi delle orride bestie volano da tutte le parti, e non sarà raro trovarvi leggermente immersi fino alle ginocchia fra i corpi dei nemici
WITHOUT THE HOPE THERE CAN BE NO FUTURE
Tutte le cose dette fin qui hanno portato il voto sulla soglia che vedete qui sotto, fermandosi su una realizzazione finale troppo imprecisa per aspirare davvero all’eccellenza. Tra le altre cose, considerate le qualità del gioco, abbiamo consapevolmente scelto di ritardare di qualche giorno la review, sperando in una “patch della morte” che sistemasse un poco la questione del framerate ballerino, purtroppo rimasta irrisolta: anche sul discreto PC della prova (i5 4670K, GeForce 980ti, 16 GB di RAM) ho dovuto limare qualcosina per impedire che le fasi più concitate e tecnicamente pesanti – quelle delle orde, per numero di modelli e animazioni correlate – mi portassero sotto le 30-40 immagini al secondo, a fronte di un’incostanza del framerate che risulta spesso fastidiosamente percettibile.
Abbiamo sperato in una “patch della morte” che sistemasse un poco la questione del framerate ballerino, purtroppo rimasta irrisolta
Ciò detto, probabilmente non smetterò di giocare a Deathwing nemmeno dopo la recensione, perché riesce a evocare le atmosfere di Space Hulk (virate sull’azione, ma non è sempre una bestemmia) come mai prima d’ora in un videogioco: il mio consiglio agli appassionati è comunque di farlo proprio, ben sapendo che la pubblicazione di una patch, pur se in ritardo, non può che essere imminente. Già così è un titolo più che discreto, ma rischia di diventare addirittura ottimo con le giuste correzioni.
Space Hulk: Deathwing offre tante valide caratteristiche, addirittura eccellenti sul piano dell’atmosfera e della sfida, ma non riesce a superare una certa soglia sul piano della pura realizzazione. È uno dei monumenti action più pregni di atmosfera che siano mai stati sviluppati intorno a Warhammer 40K, e tuttavia il framerate poco stabile, le incertezze delle AI e la scarsa strutturazione del co-op trascinano il gioco, in potenza ottimo, sulla soglia qualitativa descritta nel voto qui sotto, più che onorevole ma di sicuro inferiore alle aspettative.