Silent Hill 4 e l'occhio della perversione

Tessiamo le giuste trame per essere buoni amici oggi, domani e forse anche prossima settimana: perché mai Silent Hill 4: The Room è considerato oggi il peggior capitolo della serie, in special modo se si considera l’esistenza dei successivi Homecoming e Downpour?

silent hill

Pensate un po’ che strana situazione che ci ha riservato il destino oggi: Silent Hill è un franchise che negli anni è sempre andato calando qualitativamente, finendo in un dimenticatoio dove nessuno sembrava volerlo scomodare ulteriormente, tranne Konami che ne ha sfruttato il nome nella creazione di innumerevoli pachinko in un uso circoscritto – per fortuna – solo al territorio giapponese. Adesso la situazione si è stranamente capovolta, totalmente mutata, vivendo a pieni polmoni una dimensione dove si brama di avere tra le mani un nuovo capitolo di Silent Hill quasi fosse una messia videoludico da anni annunciato e non ancora realizzato. Proprio come le due dimensioni che esistono nel gioco, il burattinaio che ha riacceso la fiamma della passione è stato proprio Hideo Kojima, con la demo P.T. che faceva da preludio all’ormai defunto Silent Hills. Nel giro di pochi anni, Silent Hill è tornato ad onorare la sedia di franchise di cui abbiamo ancora bisogno, che ha segnato in modo indelebile una generazione, la stessa che ora chiede una nuova possibilità di affrontare orrori indicibili. Se a tornare sono riusciti Crash e Spyro, perché la cittadina fantasma avvolta dalla nebbia di cenere non dovrebbe farcela?

silent hill 4 the room

L’idea di approfondire l’argomento Silent Hill è nata dalle parti di GOG, quando poco meno di un anno fa, la piattaforma rese disponibile all’acquisto Silent Hill 4: The Room. L’occasione si fece esca per far abboccare tutti i detrattori di quel capitolo.

quando la saga sembrava ormai finita nel dimenticatoio, adesso sembra che tutti sentiamo il bisogno di vivere un nuovo capitolo di Silent Hill a pieni polmoni, dopo che Hideo Kojima ha riacceso la fiamma della passione verso il franchise

L’internet in questo caso si rivela, per chi comincia ad avere un po’ di anni, ricordi ed esperienza sulle spalle, un luogo pronto a distruggere tutte le idee e convinzioni che si pensavano di pubblico riconoscimento. A me, Silent Hill 4: The Room è sempre piaciuto, e trovare così tanti detrattori mi ha sempre causato un attimo di sconforto. Tanto è bastato per procedere all’acquisto del titolo e riscoprirlo, questa volta con una consapevolezza maggiore, anche in virtù di ciò che Konami ha proposto successivamente ai fan. Archiviamo subito Homecoming e Downpour: a questi non riesco ad attribuire l’etichetta di “peggior” Silent Hill, giacché si rivelano sicuramente carenti della caratteristica principale, la trama da horror psicologico profonda e disturbante, ma almeno si muovevano in una cornice da action mediamente riuscita. Buoni giochi, lontanissimi dalle origini. Un pochino meglio Originse Shattered Memories, sempre lontani dalla qualità iniziale, ma Dio abbia in gloria Sam Barlow per la sua impronta narrativa.

silent hill origins

Silent Hill 4: The Room necessita di una tirata a lucido, ma non in termini di texture o meccaniche, bensì una riscoperta ludica e narrativa, per un gioco che sin dalle primissime battute si è dimostrato sempre onesto con il videogiocatore: qui il messaggio è più importante della sostanza. Ci abbracciamo tutti nella stretta di considerazione che questo, a ben vedere, vuole essere il capitolo più sperimentale; il disfatto Team Silent in realtà stava lavorando a un prodotto diverso, per poi decidere successivamente di intitolarlo come un capitolo numerato. Niente Silent Hill cittadina, niente nebbia, torcia o radiolina. L’avventura di Harry era delle più difficili da inquadrare, chiusi nel nostro appartamento, la porta sbarrata da catene. Nessuno ci sente urlare dalle finestre sigillate, e solo il rumore bianco della città fuori ci fa compagnia. Il resto, sempre e solo silenzio assordante. Quell’appartamento così grigio, spoglio, sembra vivo, ci inghiotte nel suo essere sinistro e sospeso nel tempo. Solo un tunnel nel bagno ci permette di uscire e affrontare ambigue dimensioni spettrali e mortali.

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