È sempre un bene ritrovarsi a disquisire e lasciarsi andare a liberi pensieri riguardo un particolare argomento, magari se lo stesso poi si spalma adeguatamente su diversi settori di riferimento, così da riorganizzare la discussione e catalogarla secondo vari criteri. Così, nel recuperare alcune vecchi articoli scritti e rievocando la discussione interna alla bellissima redazione di TGM, ho sottolineato il successo di feedback ricevuto per la pubblicazione dell’articolo riguardo i “festeggiamenti” dei venti anni di Gothic , isolando il discorso riguardo la carta vincente dell’effetto nostalgia.In qualche modo – e ci muoviamo nel campo delle tesi che si arricchiscono di pensieri personali – l’effetto nostalgia muove gli stessi piccoli passi parallelamente alla continua discussione riguardo il valore autoriale di un’opera – di qualunque natura sia – o la ricerca dello status di “arte” quasi fosse un’etichetta dietro cui potersi liberare dai soliti pregiudizi, figli il più delle volte di semplice ignoranza, e vivere un’epoca di piena legittimazione intellettuale del settore di produzione.
Guardando al cinema, a distanza di anni siamo ancora qui a comprare nuove, scintillanti e lussuose versioni di Blu-Ray o DVD di film storici
Ritagliandosi una fetta di mercato importantissima, tanto da rendere un prodotto attivo anche dopo la semplice distribuzione nelle sale cinematografiche, a distanza di anni siamo ancora qui a comprare nuove, scintillanti e lussuose versioni di Blu-Ray o DVD di film storici, spesso di pluridecennale memoria, entrando in un circolo di considerazioni sull’acquisto compulsivo di un prodotto già fruito in gran quantità, ma in forme diverse.
Un esempio pratico, seppur in un campo diverso, è il mio malatissimo feticismo per American Psycho di Bret Easton Ellis. A casa ne possiedo circa tredici copie, tra versioni originali e traduzioni italiane. Ogni copia è sempre lo stesso romanzo, ma le edizioni sono diverse. Una gioia inspiegabile, una mia piccola comfort zone che in alcuni casi si è trasformata in una maledizione editoriale: ho tre edizioni diverse, di cui due non complete, de La Torre Nera di King, perché quando mi avvicinavo a portare a termine il ciclo di lettura, la casa editrice ben pensava di ristampare tutti i libri con una nuova veste grafica. Dunque cosa fai, non ricominci tutto da capo comprandoli nuovamente?
REMAKE E REMASTERED: EFFETTO NOSTALGIA, DOMANDA E RISPOSTA
Per quanto riguarda i videogame, la loro stessa natura retail – e le disquisizioni sui pro e i contro del digitale – allontana il discorso su altri lidi, d’altronde non sono queste le pagine per disquisire su quanto l’arte interessi anche il settore videoludico, ma tra le rievocazione di un lussuoso e delizioso ricordo di Gothic e l’approdo della recentissima remastered di Alan Wake, pone nuovamente il pensiero sull’effettiva natura di talune operazioni commerciali, in grandissima parte fondate sul cosiddetto effetto nostalgia.Definiamolo a grandi linee: la nostalgia è un’emozione particolare, che lega memoria e sentimento per qualcosa che ci ha particolarmente colpiti, che ha fatto parte della nostra vita e ora non lo è più. La grande macchina dell’intrattenimento a 360°, consapevolmente o no, basa il suo mercato su questo effetto. Un prodotto vende? Lo rievochiamo come possibile e – si spera – al massimo delle sue qualità. Da questo lato avrei potuto puntellare il discorso solo su remastered e remake, ma si sarebbe aperta una parentesi troppo ampia a rischio di farla entrare in un terreno di luoghi comuni, magari assolutamente sbagliati.
L’equilibrio maggiore lo abbiamo avuto col remake di Resident Evil 2, grazie a un prodotto che si rivela essere di gran qualità

In fin dei conti, gli originali di Alan Wake e Dead Space sono ancora ben fruibili da noi come dalle nuove generazioni