Sabato 4 dicembre, alle 22.00, è andato in onda su The End, la fine del Capitolo 2 di Fortnite e una nuova tappa nell’estensione globale dell’universo di Epic. Potevamo forse perderci questo evento? Non rispondete, la domanda è retorica. Certo che non potevamo perdercelo!
Alle 21.30 ero in coda. No, non alle Poste per la pensione, per quanto è probabile che io fossi uno dei più anziani della fila, ma sui server di Fornite, in attesa che la Regina dei Cubi scatenasse The End, l’evento che avrebbe sancito la fine del Capitolo 2 e la nuova trasformazione di uno dei giochi più giocati al mondo.
A CHE ORA È LA FINE DEL MONDO
Per l’occasione, ho indossato il vestito buono. Non sono un gran frequentatore di Fortnite, lo ammetto, principalmente per motivi anagrafici. Ancora: non perché io sia troppo vecchio per un gioco come Fortnite, ma perché alla mia età il tempo per giocare è sempre troppo poco. Anzi, a dirla tutta, a me Fortnite piace parecchio. Ho iniziato a giocarci come punto di contatto con i miei nipotini, ma lo trovo accessibile, divertente, colorato e spiritoso: il contrario di tanti sparatutto competitivi che si prendono troppo sul serio. Insomma, giocare a Fortnite mi prende bene; ma sto divagando. Dicevo del vestito: ne ho shoppati pochi, come direbbero i miei nipotini, ma nell’armadio ho trovato un Thor con un bel mantello nero che sembra un portale verso la galassia [che poi sarebbe Thor araldo di Galactus. Sì, tipo Silver Surfer, avete letto giusto. NdR], e mi sembrava appropriato all’occasione, così ho scelto quello.
Le mie preoccupazioni su come raggiungere questo evento si sono dissolte da sole una volta arrivato alla schermata principale: mi è bastato aprire il menu della modalità di gioco, selezionare The End, l’unica disponibile a quell’ora, e avviare la partita. In breve mi sono ritrovato al centro dell’isola, insieme a un nutrito gruppo di altri giocatori dai costumi sgargianti (era una serata di gala per tutti, evidentemente), in una situazione di calma apparente, dove l’aria elettrificata tradiva tuttavia uno stato di eccitazione crescente, inversamente proporzionale allo scorrere dei minuti sul timer che campeggiava al di sopra del cubo di luce al centro dello scenario.
Mentre intrattengo i presenti con i balletti e i fulmini del mio biondissimo Thor, a circa 10 minuti dall’ora zero, qualcosa inizia a succedere. Lampi viola squarciano il cielo e catapultano tra noi orde di robot. La calma, finalmente, lascia il posto all’azione. La cosa che mi colpisce di più è quanto il clima sia collaborativo: il fuoco amico è disattivato, ma in ogni caso fino a questo momento nessuno ha provato a colpire un altro giocatore. Anzi, quando una brutta caduta mi atterra, la ragazza di fianco a me arriva subito in mio soccorso: ci teniamo che tutti riescano a vedere la fine di The End.
IT’S THE END OF THE WORLD (AS WE KNOW IT)
La situazione precipita rapidamente, allo scoccare del timer il cielo si fa rosso, poi viola, si apre uno squarcio dimensionale da cui passano degli ufo a ciambella (perdonatemi per le imprecisioni, ma sono poco avvezzo al lore di Fortnite) e i malefici robot di prima sono raggiunti da dei loro compari di dimensioni ben più minacciose. La resistenza è stoica, ma le cose si mettono male. Quando sto per capitolare, l’azione si interrompe per mostraci un filmato: Jonesy è legato nel cuore dell’isola, la sua fine è ormai prossima, ma a salvarlo irrompe a sorpresa The Foundation. Il misterioso eroe mascherato non solo è sopravvissuto, ma una volta rimosso il casco rivela essere niente meno che… The Rock!
Mentre la testa mi esplode e il sopracciglio si inarca in omaggio alla possanza di Dwayne Jonhson, mi ritrovo a scappare verso il centro dell’isola, insieme a due (!) versioni di Neymar, cercando di sopravvivere alla rottura del giroscopio che sta incasinando un po’ tutto. Il nostro sforzo è eroico, ma vano. Il passaggio dimensionale si allarga, cubi precipitano, lampi di luci si susseguono e con un enorme botto mi ritrovo catapultato in acqua.
L’ISOLA SI STA LETTERALMENTE ROVESCIANDO SU SÉ STESSA
Da sabato sera, Thor è disperso nell’oceano, aggrappato a qualche asse di fortuna, in attesa che l’aggiornamento dei server introduca la nuova mappa del Capitolo 3 di Fortnite, svelata nel frattempo un pezzetto alla volta su Twitter con l’hashtag #FortniteFlipped.
FORTNITE: INTO THE META-VERSE
Pur senza raggiungere il clamore e la sorpresa ottenuti con la fine del Capitolo 1 e il buco nero che inghiottì tutto, Fortnite è riuscito a presentare ancora una volta un spettacolo di altissimo livello per impacchettare quella che è una dinamica normale per un gioco persistente online, ovvero l’aggiornamento periodico dei contenuti. Nessuno, in questo momento, ha la capacità di trasformare avvenimenti tutto sommato di routine in eventi mondiali come Fortnite; più in generale, nessuno è riuscito a rendere il proprio prodotto o il proprio universo narrativo trasversale come fatto da Epic col suo gioco di punta.
NESSUNO, IN QUESTO MOMENTO, HA LA CAPACITÀ DI TRASFORMARE AVVENIMENTI TUTTO SOMMATO DI ROUTINE IN EVENTI MONDIALI COME FORTNITE