Wrath of the Lich King Classic

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Wrath of the Lich King Classic – Speciale

Dal suo maestoso Trono di Ghiaccio sulla cima di Icecrown Citadel, oggi il Re dei Lich ti scruta come faceva nel 2008. Tu, avventuriero con qualche anno e chilo in più, non puoi fare altro che guardare la gelida morte di rimando e sorridergli: si torna a Northrend, si torna a vivere e morire da eroi.

Sviluppatore / Publisher: Blizzard Entertainment/ Blizzard Entertainment Prezzo: Gratuita Localizzazione: Completa Multiplayer: Online competitivo PEGI: ND Disponibile su: PC (Battle.net) Data di Lancio: Già disponibile

Chiunque abbia un abbonamento attivo di World of Warcraft dal 27 settembre può godersi Wrath of the Lich King Classic, un viaggio nel glorioso passato dell’MMORPG di Blizzard semplicemente imperdibile.

Wrath of the Lich King Classic

IL FASCINO ETERNO DI WRATH OF THE LICH KING CLASSIC

La campagna contro il Flagello dei Non Morti e lo scontro finale con il Lich King sono due dei numerosi momenti epici che compongono uno dei capitoli più avvincenti di World of Warcraft nonché un’espansione che, a distanza di così tanto tempo, ancora fa vibrare all’impazzata i cuori dei veterani.

Wrath of the Lich King Classic

Signore e signori, et voilà il Lich King. Ah, quant’è bella Frostmourne, la sua lama runica maledetta.

La lotta senza quartiere contro la corruzione di Arthas Menethil e le sue oscure macchinazioni, l’impervia scalata fino al livello 80 spinti dall’incrollabile volontà di potenziarsi allo scopo di diventare abbastanza potenti da reggere l’urto dei numerosi boss di Icecrown Citadel, l’ultimo baluardo del Male nelle terre all’estremo nord di Azeroth, sono ricordi indelebili in chiunque li abbia vissuti sulla sua pelle.

Wrath of the Lich King ha avuto un ruolo chiave nel successo di World of Warcraft  

Dopo Burning Crusade Classic si fa avanti una delle migliori espansioni di sempre, a detta di molti fan. Difficile dargli torto, d’altronde Wrath of the Lich King ha avuto un ruolo chiave nel successo di World of Warcraft e chi c’era allora è improbabile riesca a restare insensibile al richiamo della nostalgia. Che poi la questione sentimentale è un po’ il segreto di Pulcinella dell’intera operazione Classic, il ritorno alle origini voluto da Blizzard per dare modo ai vecchi eroi stufi delle reiterate semplificazioni moderne di tornare a vivere quelle stesse ruvidezze di cui tanto sentono la mancanza.

COL SENNO DEL POI SIAM BRAVI TUTTI

Asperità che, in verità, già nel 2008 proprio con Wrath of the Lich King iniziarono a subire una levigata che ancora oggi non è terminata. La patch 3.3.5, ad esempio, significò l’arrivo in game del Dungeon Finder, il rivoluzionario tool con cui trovare party a qualsiasi ora e compiere dungeon run in serie senza curarsi troppo di formare un gruppo sensato fra tank, healer e dps, un’attività estenuante come ben sa chi è solito organizzare le partite di calcetto.

Wrath of the Lich King Classic

La conclusione della chain quest del Cavaliere della Morte: epicità a fiumi!

A differenza di quanto avvenuto con World of Warcraft Classic prima e Burning Crusade Classic poi, Blizzard stavolta non ha optato per un’esperienza illibata, infatti dal #NoChanges i dev sono passati al #SomeChanges ovvero a implementare le feature legate alla naturale evoluzione del gioco in maniera più intelligente rispetto a quanto fatto in passato.

A differenza di quanto avvenuto con World of Warcraft Classic prima e Burning Crusade Classic poi, Blizzard stavolta non ha optato per un’esperienza illibata

Si spiegano così, in Wrath of the Lich King Classic, la gestione degli Emblemi del Valore meno confusionaria fin dal principio, l’aumento della difficoltà di Naxxramas, il raid da 10/25 player nella necropoli fluttuante di Kel’Thuzad, e l’assenza del Dungeon Finder in favore del nuovo Group Finder. Group Finder che permette di trovare altri giocatori a seconda dell’attività ricercata ma che non elimina l’obbligo di recarsi fisicamente all’entrate dei dungeon/raid, una sorta di canale Ricerca Gruppi o /LF che dir si voglia più articolato su cui nutro dei dubbi per mere questioni personali (sono sempre stato un fanatico dei personaggi secondari, il DF mi è tornato utilissimo in passato) ma che, all’atto pratico, in fondo svolge il suo dovere di compromesso tra la comodità del vecchio DF e la necessità di non appiattire la componente sociale dell’esperienza.

MI SEI MANCATO, MALEDETTO LICH KING!

Non avrei mai pensato di arrivare a dirlo, eppure Wrath of the Lich King Classic mi ha ricordato che quel dannato Arthas Menethil mi è mancato. Mettere di nuovo piede a Northrend è stato un autentico tuffo nel passato e in me stesso, una sorta di nuotata fra i ricordi di un’epoca lontana in cui tutto era diverso, soprattutto io. Ed è qui che entra in gioco la magia del Classic, un feeling capace di resistere allo scorrere del tempo e tornare tanto immediatamente quanto prepotentemente in auge subito dopo essersi ritrovati ad Howling Fjord o a Borean Tundra, a seconda della bandiera in nome di cui si combatte il Flagello dei Non Morti.

Howling Fjord in tutto il suo pittoresco splendore nordico.

Al di là del sentimentalismo è evidente che tornare al Nord non è roba da tutti. Non saremo ai livelli di World of Warcraft Classic in quanto a “scomodità” tuttavia quattordici anni sono pur sempre trascorsi, lo si evince in talune spigolosità anacronistiche non solo grafiche, sono ancora i tempi in cui alcuni buff richiedono determinati reagenti. Nonostante ciò, chiunque fosse curioso di vivere di nuovo o affrontare per la prima volta la leggenda del Re dei Lich non può che meritarsi il mio rispetto da gamer perché Wrath of the Lich King era e resta un’espansione storica per una serie di motivi rivoluzionari come il Death Knight, la prima nuova classe in assoluto con tanto di pg creato direttamente al livello 55 e clamorosa chain quest da completare in un crescendo di corruzione ed epicità, oppure Inscription, la professione con cui plasmare ancor più in profondità i propri adorati eroi.

Trovarsi sulla cima di Icecrown Citadel a sfidare il Male in carne, ossa e Frostmourne è un’esperienza che, almeno una volta nella vita, merita d’essere vissuta

Ci sarebbero altri millemila motivi validi per tornare a Northrend, ma l’unico che conta davvero è che Wrath of the Lich King è stata una delle espansioni più entusiasmanti di sempre di World of Warcraft e trovarsi sulla cima di Icecrown Citadel a sfidare il Male in carne, ossa e Frostmourne è un’esperienza che, almeno una volta nella vita, merita d’essere vissuta. Almeno una eh, due non guastano mica!

 

 

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