Il mondo dei board game, o se preferite dei giochi da tavolo (GDT), è un mercato che negli ultimi anni sta vivendo una vera e propria espansione costante: un sottobosco di giochi e proposte che vanno ben oltre i classici RisiKo! e Monopoly, e che, anche in Italia, conta sempre più appassionati.
Come è facile immagine, sebbene il minimo comune denominatore ludico sia sempre lo stesso, il gioco da tavolo è composto da elementi in parte distanti da quelli dei videogiochi: carte, tasselli, plance di gioco e pezzi di legno, oltre alla necessità di avere amici al tavolo (per un multiplayer di “contatto”), sono gli ingredienti fondamentali di questa realtà. Da qualche anno a questa parte, però, la tecnologia, in particolare quella legata al mondo degli smartphone e dei tablet, sta venendo in aiuto proponendo soluzioni ibride molto particolari, e allo stesso tempo estremamente interessanti.
GIOCHI DA TAVOLO E TECNOLOGIA: I PUNTI DI CONTATTO
Le app hanno rivoluzionato tantissimi settori. Un’affermazione inappellabile, a cui difficilmente si può controbattere con dati che dimostrino il contrario. Tuttavia, nei giochi da tavolo, prima ancora che arrivassero le app, c’erano già stati diversi esperimenti che puntavano ad integrare strumenti tecnologici (per l’epoca) all’interno dell’esperienza.
Pensiamo ad Atmosfear, per esempio, GDT di stampo horror che richiedeva l’utilizzo di un DVD come integrazione del gioco stesso; o ad altri titoli, sicuramente meno mainstream, come Space Alert, in cui plancia e carte sono accompagnate da un CD che offre atmosfera, e allo stesso tempo scandisce il tempo dell’avventura. Con l’arrivo delle app, invece, il gioco da tavolo si è lentamente evoluto, offrendo inizialmente al giocatore supporti molto validi come, segnapunti, lanci di dadi virtuali, gestione degli inventari per i GDR e molto altro ancora.
nell’esperienza ludica, l’utilizzo di una app diventa vera e propria estensione obbligatoria e digitale
Ultimamente, sviluppatori ed editori hanno iniziato a pensare molto più in grande, integrando nell’esperienza ludica l’utilizzo di una app che, di fatto, non è più uno strumento di semplice supporto al giocatore, ma una vera e propria estensione obbligatoria e digitale. Questa scelta ha portato a vari esperimenti piuttosto interessanti. Tra questi, vale la pena citare Alchimisti, gioco del 2014 di Matúš Kotry in cui si vestono i panni di un alchimista intento a scoprire e testare nuove pozioni, che verranno poi rivendute per realizzare soldi. Qui l’app viene sfruttata attraverso una specie di realtà aumentata: si inquadrano con la fotocamera del telefono gli ingredienti (sotto forma di carte) e su schermo viene segnalato – in segreto e solamente all’interessato – se la pozione ha avuto successo. Un supporto, dunque, che non costringe il giocatore a cercare i risultati della sua pozione su un fact sheet di carta, ma li comunica direttamente sul suo telefono e in tempi decisamente più brevi.
Un altro esempio di come la tecnologia possa diventare un supporto interessante per i GDT è XCOM: The Board Game, riproduzione che sfrutta la famosa licenza videoludica e che pone un gruppo di soldati a combattere contro l’invasione aliena. L’app in questione compie un ulteriore step evolutivo, diventando una vera e propria intelligenza artificiale che governa e impartisce ordini agli alieni. In questo caso, l’utilizzo dell’applicazione non è più un vezzo, ma diventa uno strumento fondamentale ed obbligatorio per poter giocare, applicando alle miniature di plastica una IA che strizza l’occhio – facendo i dovuti paragoni – a quella dei videogiochi.
MASTER DIGITALE
L’esempio più lampante di come questi strumenti possano cambiare letteralmente l’esperienza di gioco, lo troviamo all’interno della seconda edizione de Le Case della Follia, uscito tra l’altro proprio qualche mese fa in lingua italiana. Si tratta di un gioco ispirato ai racconti di Lovecraft in cui un numero variabile di giocatori (da 1 a 5) deve risolvere alcuni casi molto particolari.
il master (termine assai caro ai giocatori di D&D) non è più necessario
Un passaggio quasi epocale, dunque, che traccia la strada verso un futuro in cui l’integrazione tra i due mondi, inizialmente così distanti, si farà sempre più completa. Personalmente, sono intrigato da queste nuove soluzioni scelte dagli autori, che costituiscono un modo per avvicinare sempre più gente al gioco da tavolo, sfruttando come “cavallo di Troia” tecnologia di uso comune come, appunto, la telefonia.
Ovviamente, la possibilità di snaturare completamente l’esperienza tipica di un GDT è sempre presente, e molti giocatori storici hanno già sottolineato questa eventualità; saranno solamente il tempo e le scelte intraprese in futuro a dire se questa paura diventerà realtà. Nel frattempo, il mio consiglio è quello di iniziare a buttare un occhio su queste offerte che, da videogiocatori, potrebbero intrigarvi e segnare l’inizio di una nuova e piacevole passione.