Horizon Zero Dawn è un titolo tecnicamente pazzesco, e Guerrilla Games ha davvero fatto centro in termini di resa grafica. Uncharted 4 a parte (che chiaramente può beneficiare di un dettaglio maggiore per via della sua struttura a “canalone” e dello scopo decisamente più contenuto della produzione, in termini di estensione del mondo diegetico), si tratta del gioco più spettacolare mai apparso su console, ma soprattutto di uno dei titoli meglio ottimizzati di questa generazione. La possibilità di giocare l’intera avventura senza caricamenti è indubbiamente ciò che fa più notizia, ma la ricchezza visiva, la vividezza dei colori, la magnificenza delle macchine e l’incredibile dettaglio di ogni elemento presente a schermo trasformano Horizon nel metro di paragone per tutti i futuri open world. Come accennato in sede di recensione, ho testato il gioco di Guerrilla Games sia su PS4 che su PS4 Pro, con tutte le combinazioni possibili di TV e console.
LA FESTA DEI COLORI
Ho iniziato la mia avventura su una PS4 Pro collegata al mio televisore Full HD senza HDR e, come primo termine di paragone, ho giocato alcune missioni in parallelo su PS4 liscia, usando lo stesso schermo. L’obiettivo dei 30 fps viene raggiunto da entrambe le console con relativa tranquillità: sono presenti sporadicissimi cali su entrambe le piattaforme, non tanto dovuti all’intasamento di creature sullo schermo, quanto probabilmente alla necessità di Horizon Zero Dawn di caricare costantemente le nuove aree man mano che ci spostiamo. Analogamente, questa necessità a volte causa un leggero pop-up di strutture ed elementi dello scenario in lontananza, o anche un ritardo nel caricamento delle texture, ma data la draw distance siderale si tratta di un fenomeno abbastanza comprensibile, evidente rarissime volte su PS4 Pro e solo poco più spesso su PS4. In termini di qualità grafica, la potenza grafica supplementare di PS4 Pro torna utile per mostrare un quadro generalmente più pulito e definito in presenza soprattutto di dettagli più piccoli, come il fogliame o gli oggetti in esposizione nei mercati. In generale, la resa grafica su PS4 Pro, anche a 1080p, è più morbida e “piena”, ma in azione e a un’occhiata distratta le due versioni sono praticamente indistinguibili, a conferma dell’ottimo lavoro svolto dal team olandese in termini di ottimizzazione.
La resa grafica su PS4 Pro, anche a 1080p, è più morbida e “piena”
Ultima nota tecnica: la versione provata non contempla la patch day one, che, sottolineo e ribadisco, non è pesante 16 GB come si pensava inizialmente, ma solo poche centinaia di mega. L’aggiornamento dovrebbe correggere i pochissimi bug che affliggono la build che ho avuto modo di testare, come il palesarsi di ombre che sporadicamente si “mangiano” tutto, ricoprendo di nero texture e modelli dei personaggi; parimenti, spero sistemino qualche occasionale compenetrazione poligonale. Ciò che è sicuro è che la patch aggiungerà delle impostazioni specifiche per regolare l’uscita video di PS4 Pro, assenti nella versione provata. In ogni caso, Horizon Zero Down è un gioco estremamente solido e pressoché bug free sin dal primo momento, e questa è già una grande notizia.
UN RAIJU IN PIÙ
Chiudo, infine, con una breve digressione riguardo al pad più adatto con cui giocare al titolo Guerrilla Games. Ho percorso l’avventura principalmente con in mano il DualShock 4 in dotazione con PS4 Pro, ma mi son tolto lo sfizio di provarlo sia con il Raiju di Razer che con il Nacon Revolution Pro Controller: devo ammettere che, nonostante l’ottimo feeling in qualunque condizione, avere dei tasti programmabili può tornare utile, soprattutto per utilizzare i consumabili in combattimento. Tra i tre pad, l’esperienza migliore (ma vah?) l’ho avuta con il Raiju, mappando i quattro tasti supplementari come analoghi della croce direzionale, in modo da potermi curare alla bisogna con l’anulare destro e non allontanare mai i pollici dalle levette analogiche, cosa che fa guadagnare un tantinello di reattività in più nei combattimenti più ostici (anche perché non esiste nessuna forma di targeting dei nemici e va fatto tutto con la perizia del proprio pollice). Un’altra finezza del Raiju è la corsa configurabile dei grilletti, che torna utile soprattutto su L2, visto e considerato che basta impostare al minimo la sensibilità per mirare in maniera repentina. Insomma, stiamo parlando davvero di gameplay gourmet, che non giustificano magari l’esborso economico notevole del pad di Razer, ma che dimostrano in ogni caso la sua bontà in termini di ergonomia, funzionalità e comodità.