OVVIAMENTE ALCUNI TAVOLI FINIRANNO PER APPASSIONARVI PIÙ DI ALTRI, MA LA QUALITÀ TECNICA MEDIA RIMANE IN OGNI CASO ALTA
BINARY SUNSET
A proposito di elementi mai visti prima, gli sviluppatori ungheresi hanno creato un vero e proprio ambiente virtuale che farebbe la gioia di qualsiasi appassionato di Guerre Stellari. La cosiddetta “fan cave” è una sorta di seminterrato che ognuno di noi vorrebbe nella propria abitazione, un’ampio spazio dedicato per intero alla galassia lontana lontana più famosa di tutte. Il pezzo forte di questa stanza è ovviamente il flipper su cui potremo scegliere di volta in volta il tavolo che più preferiamo in quel momento, ma l’intero locale è altamente personalizzabile con poster, oggetti, modelli e quant’altro. Basta giocare per aumentare il proprio punteggio globale, e piano piano si sbloccheranno i collezionabili che renderanno la vostra fan cave del tutto unica.
Non manca nemmeno il juke box, la cui scelta di pezzi è davvero ampia e vi darà modo di ascoltare i vostri brani preferiti mentre girovagherete per la stanza fantasticando di poter in qualche modo trasportare l’intero ambiente nello spazio reale al di fuori della realtà virtuale.
LA CARRIERA È LA SCELTA PERFETTA PER CHI È ALLE PRIME ARMI
La piattaforma di prova di questa recensione è l’Oculus Quest 2, su cui tutto fila liscio e la qualità grafica è ottima; i controller sono precisi e restituiscono con accuratezza la sensazione di un flipper vero, forse anche complice un cervello che su queste cose chiude un occhio complice e si lascia ingannare volentieri. Dispiace solo che la “bottarella” per sbloccare la pallina da situazione d’impasse non sia stato implementata da un gesto fisico, ma è semplicemente attivata da una levetta analogica. Segnalo per dovere di cronaca che parecchi utenti negli ultimi giorni hanno segnalato problemi di compatibilità con diversi controller normalmente funzionanti su caschi di realtà di vari produttori, ma personalmente non ho riscontrato alcun problema. Ricordiamo quindi a Zen Studio: “Fare. O non fare. Non c’è provare.”
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