Steel Division: Normandy 44 - Recensione

PC

Erano anni che non sudavo così tanto giocando a uno strategico in tempo reale. Forse è anche un po’ colpa del caldo estivo che inizia a farsi sentire in questi ultimi giorni di primavera, ma sono certo che l’autentica complessità di Steel Division: Normandy 44 abbia influito sul consistente aumento di rivoli di sudore sulla mia fronte. L’RTS di Eugen Systems – quelli della serie Wargame, per intenderci – è difficile al punto giusto, nonché discretamente profondo.

OPERAZIONE NEPTUNE

Ciò che salta immediatamente all’occhio, una volta avviato per la prima volta il gioco, è l’accuratezza storica ricercata dalla software house francese nella realizzazione di una trasposizione quanto più fedele possibile delle battaglie immediatamente successive allo sbarco delle truppe alleate in Normandia, quel fatidico 6 giugno 1944, una data che sarebbe poi stata ricordata come uno dei momenti più importanti della Seconda Guerra Mondiale.

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in Steel Division non ci sono basi da costruire o risorse da raccogliere

L’accuratezza si traduce nella riproduzione quasi perfetta di tutte le unità schierate in quel periodo dalle forze impegnate nel conflitto nel Nord della Francia, quindi gli eserciti statunitense, inglese e tedesco, oltre che nella creazione di campi di battaglia ambientati in villaggi in rovina, campi abbandonati, spiagge fortificate dai nazisti e foreste lussureggianti. La cura nel creare il contesto si concretizza persino nell’utilizzo di video propagandistici, gli stessi filmati dei cinegiornali dell’epoca. Peccato solo che questa stessa cura non sia stata impiegata anche nello sviluppo di una modalità single player all’altezza di tutto il resto del gioco. Intendiamoci, le dodici missioni affrontabili in solitaria svolgono egregiamente il loro lavoro, tuttavia non viene dato lo spazio sperato alle diverse opportunità strategiche che invece è possibile mettere in atto mentre si gioca contro altri avversari in carne e ossa.

Di fatto, abbiamo tre piccole campagne, ciascuna formata da quattro scenari, e dedicata a una delle altrettante forze in gioco (americani, nazisti e inglesi), con una curva di difficoltà crescente e piuttosto ripida. Il problema principale di queste missioni riguarda gli obiettivi che vengono sottoposti al giocatore: spesso bisogna prendere possesso di un determinato punto di elevata importanza strategica per poi cercare di sopravvivere alle numerose ondate di soldati nemici. Si tratta di un copione che si ripete spesso, il che – alla lunga – risulta decisamente stancante.

CARTE FRANCESI

La profondità strategica cui facevo cenno poc’anzi, che purtroppo non trova abbastanza spazio nelle campagne single player, si concretizza nella necessità di formare il proprio battaglione personalizzato prima di dare il via a ogni scontro. In questa fase pre-battaglia, ai giocatori viene fornita l’opportunità di selezionare le diverse unità che andranno poi a costituire un ventaglio di opzioni a disposizione durante la partita. Divise per specializzazioni – fanteria, mezzi meccanizzati, artiglieria, aerei e così via – le unità hanno un determinato costo in punti che è direttamente correlato alla loro potenza; queste devono poi essere acquistate spendendo la requisizione accumulata gradualmente sul campo e vanno schierate direttamente sul fronte.

Steel Division Normandy 44 PC immagine 02Non ci sono basi da costruire o risorse da raccogliere: ogni giocatore può contare sul medesimo rateo di approvvigionamento di punti, e quindi le opportunità di rinforzare il proprio battaglione nel corso della partita sono le stesse. Ciò permette a tutti i comandanti virtuali di concentrarsi esclusivamente sullo scontro, sulla conquista di punti strategici e sulla messa in atto di tattiche in grado di far volgere l’esito del match dalla propria parte, magari sfruttando le diverse occasioni offerte dallo scenario. In questo senso è possibile approfittare della copertura offerta dai boschi, dei ripari delle fattorie abbandonate e delle strade per spostare più velocemente le unità. Per tutti questi motivi, Steel Division è un RTS che richiede una certa dose di studio per essere padroneggiato al meglio, eppure riesce a regalare tantissime soddisfazioni una volta presa la mano.

le dodici missioni in solitaria non offrono le stesse opportunità strategiche che è possibile mettere in atto mentre si gioca contro altri avversari umani

Come avrete certamente intuito, siamo di fronte a un gioco molto complesso che non fa sconti a nessuno; detto questo, un’interfaccia migliore avrebbe sicuramente aiutato ad addolcire almeno un po’ la curva di difficoltà. Purtroppo, sovente si fa fatica a individuare le unità giuste sul campo di battaglia a causa di icone fin troppo simili tra loro. Per esempio, i carri semplici e quelli anti-corazzati hanno icone che si differenziano solamente per alcuni, minuscoli particolari; lo stesso si può dire per le unità di fanteria specializzate o per quelle di artiglieria e supporto. A tutto questo bisogna aggiungere che i caratteri utilizzati nelle varie schede sono talmente piccoli da risultare poco intelligibili. Così le prime ore si perdono soltanto per prendere dimestichezza con l’UI, ma il risultato finale è sempre lo stesso: sui campi di battaglia online si arriva completamente impreparati.

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la curva di difficoltà è crescente e piuttosto ripida

E qui arriviamo all’ultimo tasto dolente di Steel Division: raramente mi è capitato di imbattermi in una community così “tossica” come quella presente sui server dello strategico di Eugen Systems. Magari si è trattato solo di sfortuna, eppure in tutte le partite multiplayer ho incontrato gente con l’insulto pronto che non ha perso tempo a crocifiggere gli altri utenti, dall’inizio dello scontro fino alla sua conclusione. Non importa che sia stato nel team vincente o tra gli sconfitti, tutti hanno avuto da ridire utilizzando termini abbastanza coloriti, per usare un eufemismo. Considerando che si tratta di un gioco pensato esplicitamente per la componente multiplayer, forse sarebbe il caso che il team parigino faccia qualcosa per arginare questo odioso fenomeno, prima che i neofiti si sentano del tutto scoraggiati e lascino campo libero a un’élite di maleducati.

Steel Division: Normandy 44 è uno strategico in tempo reale come non se ne vedevano da un pezzo. Complesso, vario e fedele agli eventi e alle unità di quel periodo della Seconda Guerra Mondiale, l’RTS di Eugen Systems può tranquillamente ambire al titolo di miglior videogioco di stampo storico degli ultimi tempi. Purtroppo non offre una campagna single player particolarmente entusiasmante, anzi, a dirla tutta è piuttosto noiosa; eppure in multiplayer riesce a dare il meglio di sé, tendendo ben presente che occorre investire una discreta quantità di tempo per riuscire a padroneggiare al meglio gran parte delle meccaniche di gioco. Segnaliamo, per i meno avvezzi alla lingua di Albione, che il gioco non è tradotto in lingua italiana.

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Pro

  • Molta varietà strategica.
  • Tante modalità multiplayer.
  • Il grado di fedeltà storica è davvero elevato.

Contro

  • Le tre campagne single player sono deludenti.
  • L’interfaccia non è delle più comode.
  • La community è particolarmente “tossica”.
8.3

Più che buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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