Subnautica - Recensione

PC Xbox One

Devo ammettere di aver provato l’ottimo Subnautica parecchio tempo fa, e di averlo fatto inizialmente solo in VR, complice l’acerbo supporto sul DK2 di Oculus. E avrei continuato a gustarmelo così anche nella prova definitiva, se solo Kikko e Claudio non fossero venuti a strapparmi il visore della faccia. In fin dei conti, li devo ringraziare: che lo si fruisca in VR, oppure in versione “liscia”, il gioco di Unknown Worlds Entertainment resta probabilmente il migliore titolo di sopravvivenza a singolo giocatore che potrete trovare sulla piazza. E quando dico “singolo” bisogna intendere l’estrema declinazione del concetto, dal momento che Subnautica ci lascia abbandonati totalmente da soli, in balia della sconfinata distesa d’acqua di un pianeta alieno.

NELL’OCEANO NESSUNO PUÒ SENTIRVI URLARE

Personalmente, riesco ancora a divertirmi con un malandato AK47, rovistando in mezzo a vecchi ruderi alla ricerca di qualche ora di sopravvivenza, in uno dei tanti shooter survival che potete trovare in giro, in numero finanche eccessivo. Anche per questo, una vacanza così lunga e bella quasi non me l’aspettavo; che poi, a dirla tutta, Subnautica è tutto fuorché un titolo rilassante nello stretto significato del termine, a meno che non si scelga l’opzione sandbox e ci si rovini, così, la parte migliore dell’esperienza, pur potendo comunque ammirare l’eccellente lavoro degli sviluppatori.

Subnautica recensione pc xbox one

Subnautica è al momento il migliore titolo di sopravvivenza a singolo giocatore che potrete trovare sulla piazza

L’incipit, semplice ma limpidissimo, suona più o meno così: una sorta di enorme nave “generazionale” (quelle, insomma, che tentano di trasportare un pezzo di civiltà in giro per il cosmo) è naufragata sul pianeta 4546B, apparentemente impossibilitata nel tentativo primario di individuare un’altra nave perduta, la Degasi, non si sa bene se incagliata o meno sullo stesso corpo celeste. Sia come sia, l’enorme carcassa dell’Aurora appare ormai immobile in mezzo all’infinito oceano pieno di vita; lo stesso mare potrà garantirvi sopravvivenza o, se sarete bravi e debitamente curiosi, potrà portarvi a una lunga serie di intriganti scoperte, quasi a non esser mai sazi delle opportunità “open world” di Subnautica (o “open sea”, se vogliamo essere fastidiosamente precisi). A disposizione abbiamo solo il nostro pod galleggiante, con il suo piccolo spazio interno e un sacco di macchinari in avaria: al disastro tecnico fanno eccezione l’inventario di bordo, nel quale stipare tutti gli oggetti utili, un dispensatore di cure mediche e un fabbricatore ancora funzionante, che quasi subito diventerà il vero fulcro delle nostre avventure. Questo perché, nella sostanza, il dispositivo è in grado di segnalarci l’attrezzatura utile al sostentamento e, cosa ancora più importante, all’espansione del nostro rifugio (inizialmente solo galleggiante) fra le immensità della distesa acquosa, con strutture e nuovi mezzi a seconda di quali saranno gli incontri (e i pericoli, radiazioni comprese) sottomarini.

È facile procurarsi i pesci da cucinare o quelli utili a fabbricare acqua potabile, con procedimenti veloci e belli da vedere, mentre tutto il resto viene demandato alla nostra attenzione e alle priorità che vorremo darci, grazie a un tablet-menu che gradualmente si amplia di nuovi progetti, ricette e risorse tecnologiche per una più ampia esplorazione dell’ambiente. Inutile aggiungere che il tutto non si risolverà solo con una lunga permanenza à la Robinson Crusoe (peraltro senza la compagnia di Venerdì) ma che, al contrario, implicherà misteriosi ritrovamenti e il sospetto sul fatto che la nostra potrebbe non essere l’unica specie senziente che ha sguazzato fra le acque di 4546B.

ODISSEA SOTTOMARINA

Francamente, non sento di dover aggiungere molto altro, se non che i ragazzi di Unknown Worlds sono stati mostruosamente bravi a rendere i meccanismi complessi ma molto ben leggibili, specie nelle interfacce, e soprattutto nell’aver ampliato lo spazio emozionale del giocatore in tutte le direzioni. Non mancano mai rivelazioni dal gusto leggero e quasi new age, ma non sono nemmeno rari i passaggi in cui Subnautica si trasforma in un pericolosissimo survival horror sottomarino, dove i coltellini da sub (o altri strumenti più evoluti, naturalmente) sono di scarsissimo aiuto e ci si ritrova – più spesso di quanto inizialmente appaia – ad arrancare verso la superficie senza riuscire a raggiungerla, in un dramma sottomarino lenito unicamente dall’ultimo salvataggio registrato. O nemmeno da quello, se la vostra scelta è caduta sul perfido hardcore mode.

Subnautica è tutto fuorché un titolo rilassante nello stretto significato del termine

Ultime, piccole considerazioni. Con il mio HTC Vive ho avuto esperienze a dir poco catartiche, quasi al livello delle esplorazioni spaziali di Elite Dangerous; allo stesso tempo, però, è bene sottolineare che Subnautica resta un titolo leggero nell’impatto hardware, nonché bellissimo da vedere in tutte le condizioni, persino sul mio generoso pannello 4K, condito da effetti dinamici di luce e colonna sonora che solo un grande e affiatato gruppo di sviluppatori avrebbe potuto realizzare, soprattutto in questo “immersivo” (ed è il proprio il caso di dirlo) contesto. Un inchino di ammirazione a tutto il team.

Sarò breve, e in parte ripeterò l’unico concetto che vale la pena di ribadire: Subnautica è, per ambientazione, perfezione dei meccanismi e puro fascino, il miglior survival a singolo giocatore attualmente in circolazione. È un’esperienza piena di luminose scoperte, nonché, a suo modo, un cattivo e impietoso survival horror. Soprattutto, è un’originalissima esperienza di ariosa sci-fi: James Cameron l’adorerebbe, se solo non fosse rimasto incagliato per sempre nel Titanic.

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Pro

  • Sa essere dolce o impegnativo, con la stessa intensità.
  • Graficamente molto piacevole.
  • Vale almeno tre volte il suo prezzo.

Contro

  • Come tutti i capolavori ludici, può trasformarsi in una droga brutta.
  • Per alcuni può diventare allegramente dispersivo (ed è comunque il suo bello).
9.5

Ottimo

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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