Sushi Striker: The Way of Sushido – Recensione

3DS Switch

È un gioco bizzarro questo Sushi Striker: The Way of Sushido. Sviluppato da Indieszero, gli autori di Elecktroplancton e Theatrhythm Final Fantasy, ed edito direttamente dalla Casa di Kyoto, questo titolo per Nintendo Switch e 3DS ci mette nei panni di Musashi, un giovanissimo orfano che vive in un mondo in cui due entità – divise da una visione antitetica del mondo e del modo di apprezzare il sushi – si danno costantemente battaglia: da una parte c’è la Repubblica, che vorrebbe condividere questa tipica pietanza giapponese con chiunque voglia apprezzarne il gusto; dall’altra troviamo l’Impero, il quale ha proibito ai semplici cittadini di cibarsi di riso e pesce, riservando questo privilegio alle più alte cariche civili e militari. La premessa è chiaramente un mero pretesto, sulle cui fondamenta si poggia un’avventura che porta il giocatore a tentare di rovesciare la dittatura imperiale: dalla parte di ciò che resta della Repubblica, Musashi ha l’arduo compito di combattere le forze dell’imperatore e far sì che la popolazione mondiale possa finalmente tornare a cibarsi di sushi.

SUSHI-GO-ROUND

Una trama banale e a dir poco infantile fa da semplice collante tra gli oltre cento livelli che formano la campagna principale, e che portano Musashi a liberare gradualmente i territori sotto il controllo dell’Impero, riconsegnandoli così nelle mani della Repubblica. Inutile dire che la narrazione si mantiene sempre su toni leggeri, tra siparietti comici e sequenze di intermezzo animate che si rifanno a uno stile adatto principalmente a un pubblico di giovanissimi.Sushi Striker Recensione

Ogni scontro con gli ufficiali imperiali si svolge in uno scenario che ricorda un tipico ristorante nipponico di sush

D’altro canto, il gameplay alla base di Sushi Striker si rivela decisamente profondo, pur piantando le radici nel terreno di quei cloni di Bejeweled che richiedono al giocatore di collegare più oggetti dello stesso colore per portare a termine il livello. In questo caso, ogni scontro con gli ufficiali imperiali si svolge in uno scenario che ricorda un tipico ristorante nipponico di sushi con nastro trasportatore, su cui viaggiano le pietanze destinate ai commensali. Lo scopo di ciascuna partita è quello di connettere due o più pietanze con piatti del medesimo colore, mangiare le pietanze e accumulare le stoviglie vuote sul tavolo di fronte al protagonista; dopodiché, i piatti vuoti devono essere lanciati verso l’avversario per ridurne i punti vita a zero. Peccato che il nostro nemico tenterà di fare lo stesso per costringerci alla resa.

GUARDIANI DEL SUSHI

Ovviamente non è finita qui, dal momento che piatti di colore diverso infliggono danni differenti: le pietanze più comuni appaiono sui nastri con maggior frequenza, ma provocano solo ferite superficiali; di contro, i piatti contenenti materie prime pregiate sono più rari ma anche più incisivi sul versante del danno inferto. Ecco, quindi, l’aggiunta di un elemento tattico al mix, soprattutto in considerazione del fatto che Musashi ha modo di collezionare decine e decine di spiriti guardiani pronti a fornirgli capacità speciali per portare a termine la sua missione.Sushi Striker Recensione

Musashi ha modo di collezionare decine e decine di spiriti guardiani pronti a fornirgli capacità speciali

Ognuno di questi guardiani porta in dote un’abilità da sfoggiare in battaglia, provvedendo a sbloccare bonus offensivi e difensivi temporanei, o intralciando in qualche modo l’avversario, magari bloccandone le azioni per qualche secondo o aumentando a dismisura la velocità dei sui nastri. Gli spiriti accumulano esperienza e si potenziano combattimento dopo combattimento, ma potendone portare con sé solamente tre alla volta è chiaro che tutto ruoterà attorno alle strategie preferite dai giocatori, anche perché alcuni di essi daranno il meglio solo se si predilige la quantità di piatti rispetto alla qualità delle pietanze mangiate e viceversa. Altri, invece, sono più versatili e possono adattarsi a ogni situazione; per gli stessi motivi, prima di lanciarsi nella mischia occorre valutare bene l’avversario che si ha di fronte e scegliere la squadra adatta, soprattutto quando si affrontano i luogotenenti dell’esercito imperiale.

ALL YOU CAN EAT

Peccato che una struttura ludica simile presti il fianco a diverse critiche, soprattutto per una certa ripetitività di fondo. È vero, siamo pur sempre di fronte a un puzzle game che mette sul piatto – è proprio il caso di dirlo – un numero limitato di ingredienti al fine di proporre un gameplay profondo ma relativamente snello, eppure una maggiore varietà sul fronte degli incontri non avrebbe di certo guastato, soprattutto nel caso dei numerosi scontri che ci vedono combattere contro i soldati semplici; questi ultimi rappresentano la stragrande maggioranza dei combattimenti e si svolgono quasi tutti nella stessa maniera. Bisogna poi citare anche una difficoltà generale tendente verso il basso, che non spinge il giocatore a variare il proprio approccio se non nei casi in cui si combatte contro i boss, posti di tanto in tanto sulla nostra strada.Sushi Striker Recensione

L’unica vera difficoltà non è specificamente legata al gioco in senso stretto, quanto più al sistema di controll

L’unica vera difficoltà non è tanto legata al gioco in senso stretto, quanto al sistema di controllo. Nel caso in cui si utilizzi la console collegata al televisore è necessario giocare utilizzando i due Joy-Con, ma quando gli scontri diventano frenetici ci si accorge che è decisamente complicato selezionare le pietanze con il solo analogico sinistro. Per questo motivo che è consigliabile utilizzare Nintendo Switch in modalità portatile, così da approfittare del touch screen per destreggiarsi con maggiore comodità e rapidità tra i piatti che corrono sui nastri, mantenendo ciascun elemento presente sullo schermo a portata di dito.

Detto questo, Sushi Striker: The Way of Sushido si è comunque rivelato un titolo particolarmente gradevole, molto più adatto a sessioni mordi e fuggi in mobilità che non a lunghe giocate seduti comodamente in salotto. Gradita, infine, la presenza del multiplayer competitivo che si sblocca dopo aver superato uno dei livelli iniziali della campagna, con la possibilità di sfidare altri giocatori online o un amico in locale, utilizzando un Joy-Con a testa.

Sushi Striker: The Way of Sushido è una piacevolissima variazione sul tema classico dei Match-3 che si rifanno a Bejeweled, con qualche elemento preso in prestito da Puzzle Quest. Tende a essere abbastanza ripetitivo, ma preso a piccole dosi sa divertire e intrattenere grazie al suo carisma pieno di brio e a un gameplay tutto sommato originale. Peccato che i controlli via pad funzionino leggermente peggio rispetto all’uso molto più intuitivo e rapido del touch screen, ma si tratta di una sbavatura che influisce davvero poco nell’economia di un titolo altrimenti curato in ogni altro aspetto.

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Pro

  • La formula di gioco è semplice ma decisamente intrigante.
  • È presente sia il multiplayer locale che quello online.
  • Le sequenze di intermezzo sono molto curate.

Contro

  • Tende a essere un po’ troppo ripetitivo.
  • Il touch screen funziona meglio dei controlli tradizionali.
  • Raramente il giocatore viene messo davvero in difficoltà.
7.7

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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