Tempest Rising – Recensione

PC

Siete un membro onorario della Fratellanza Nod? Kane è il vostro anti-eroe preferito? Peccato che non ci sia un Command & Conquer degno di questo nome da tanto, troppo tempo, vero? Tempest Rising fa al caso vostro, visto che gli sviluppatori di Irongate Slipworks hanno fatto quello che EA si rifiuta di fare da lustri.

Sviluppatore / Publisher: Slipgate Ironworks / 3D Realms, Nights Peak Prezzo: 39.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Competitivo online PEGI: n.d. Disponibile Su: PC (Steam) Data di lancio: 24 aprile 2025 Genere: Strategia in Tempo Reale

Se passano Top Gun in tele, che fate, non lo guardate? Ovviamente sì, dai, non scherziamo. Magari non tutto, ma almeno un pezzo va visto per forza (cioè, da quando avete girato canale fino ai titoli di coda). E se invece dovesse capitare di veder passare Top Gun: Maverick, allora cosa succede? Siete tra quelli per cui solo l’originale è meritevole, come se si trattasse di qualcuno che deve raccogliere il martello di Thor? Personalmente, mi metterei bello comodo sul divano, sistemerei i cuscini e alzerei il volume, perché secondo me anche il seguito riuscirebbe a brandire il mitico Mjolnir.

Ma perché vi sto parlando di tutto questo, che diavolo c’entra con questa recensione? Il parallelo sta nel fatto che Tempest Rising si richiama in maniera così evidente alla serie Command & Conquer (non Red Alert) che definirlo un seguito “spirituale” sembra quasi poco. E non lo bollerei come un clone, perché il termine ha un’accezione negativa che si dà a un prodotto che vuole copiarne un altro per sfruttarne il successo. Qui siamo davanti a una vera e propria lettera d’amore, che ogni volta che ci fa ricordare l’originale, lo fa per celebrarne la grandezza.

LA TEMPESTA DI TEMPEST RISING

Ma quindi, com’è questo Tempest Rising? Allora, iniziamo con una infarinata generale: abbiamo di fronte il più classico degli strategici in tempo reale, con la costruzione della base, la raccolta di risorse, che in questo caso è una sola, e in cui l’obiettivo è letteralmente “mors tua vita mea”, il che si traduce in sostanza nell’eliminare il nemico prima che lui riesca a eliminare noi. È un po’ come se ci trovassimo in un universo alternativo in cui Relic Entertainment non avesse avuto la licenza di Warhammer 40,000 e quindi nel 2004 non avesse pubblicato Dawn of War, bensì avrebbe lavorato su Impossible Creatures 2, facendo poi saltare la produzione di Company of Heroes e di fatto incasinando il continuum spazio-temporale per i secoli a venire. Insomma, in questo mondo siamo rimasti alla struttura classica degli RTS cristallizzata da Blizzard con Starcraft nel 1998.

Tempest Rising recensione

Attacco finale, l’unica possibilità è il successo.

Privi di innovazione, questo regime videoludico distopico non è in grado di evolvere, ma si ripete uguale a se stesso in infinite repliche. Ma tralasciamo le mie personali fantasie ucroniche per andare un po’ più nel dettaglio di Tempest Rising: il gioco di Slipgate Ironworks ci fa capire fin dalle primissime battute la propria natura, e a quel punto si fa apprezzare per i propri meriti. Abbiamo detto che la struttura base delle missioni non ha niente di innovativo, visto che il loop è quello di mettere in piedi l’economia, costruire qualche torretta e poi andare all’attacco. Questa parte è molto semplice, non in senso per forza negativo, ma intendo che non ci sono troppi edifici da costruire, non dobbiamo stare a pensare a tech tree o catene di upgrade da sviluppare. Il focus è tutto sull’azione.

Il focus è tutto sull’azione, e di azione ce n’è un bel po’

E di azione ce n’è un bel po’, anche grazie alle mappe, che collocano la nostra base principale in punti sempre attaccabili da più parti: non si ha mai la sensazione di essere al sicuro, il ritmo è sempre frenetico, tra i momenti difensivi e quelli in cui si sferrano gli attacchi decisivi per portare a compimento la nostra missione principale. Ce ne sono anche di secondarie, che aumentano la varietà di situazioni da affrontare e aiutano a conoscere meglio le abilità speciali delle varie unità; non si scade mai in un micromanagement esagerato, ma un saggio utilizzo può comunque portare a vantaggi considerevoli. La difficoltà è bilanciata piuttosto bene, anche se le ultime missioni tendono a offrire un po’ meno sfida di quello che avrei pensato. Peccato poi che non sia possibile cambiare il livello di difficoltà dopo averlo impostato all’inizio della campagna.

I COMANDANTI DI COMMAND & CONQUER

Ammetto di essermi esaltato un bel po’ di volte, e una parte mica da poco del merito se le deve beccare il sound design. Certi momenti erano quasi estatici: mentre ero concentrato a dare la giusta priorità alle unità da eliminare, mi rendevo conto che la musica spingeva come una dannata, con la tipica batteria battente del power metal con il suo doppio kick e le schitarrate graffianti. A questo si aggiungeva anche il suono dei proiettili, tutti dal grande impatto: dal mitragliatore gatling, il cui rumore riesce a far immaginare le canne rotanti che fumano e la pioggia di bossoli che cadono a terra, al suono dei laser, che danno davvero l’impressione di friggere l’aria che attraversano, oltre che gli sfortunati soldati che colpiscono. Tanta roba.

Slipgate Ironworks ha creato un gioco dalla forte identità che riesce a fare bene tutto quello che si prefigge

Ci si poteva invece aspettare qualche miglioramento sul fronte dell’interfaccia, che è poco chiara in alcune situazioni, come nello spiegare alcuni meccanismi avanzati ma di una certa importanza. Per esempio, una delle due fazioni utilizza le “informazioni” per godere di bonus specifici, ma si riesce a capirlo più dall’esperienza sul campo piuttosto che da chiarimenti in game o tutorial appositi. Niente di troppo grave, anche perché, come dicevamo, Tempest Rising è un gioco testosteronico basato sull’azione, più adatto agli amanti della distruzione di massa piuttosto che ai fini strateghi.

Tempest Rising recensione

Anche lo stile dei filmati richiama C&C.

Questo è molto evidente nelle partite online, dove si riesce a raggiungere le unità di livello superiore nel giro di pochissimi minuti, e una partita difficilmente andrà oltre il quarto d’ora di orologio. Insomma, gli sviluppatori di Slipgate Ironworks sono stati davvero bravi a creare un gioco dalla forte identità che riesce a fare bene tutto quello che si prefigge. Certo, ci sono pochi fronzoli, ma anche questo è nel pieno rispetto del materiale d’ispirazione originale, motivo per cui i piccoli difetti che si notano qua e là passano in secondo piano. Oltretutto, il finale delle campagne lascia un portone aperto per futuri DLC, o addirittura seguiti veri e propri, e una terza fazione giocabile sembra una realtà molto ma molto vicina, il che aumenterebbe di parecchio la varietà di stili di gioco.

Tempest Rising Recensione

Attacco dalle retrovie in multiplayer. Funzionerà?

Già così, comunque, i due eserciti presentano differenze significative e, anche all’interno della stessa fazione, si può declinare il proprio stile di gioco a seconda delle proprie unità preferite. Per esempio, sia puntare sulle forze di terra che quelle aeree sono tattiche che funzionano, con importanti pro e contro quando si va a giocare online contro avversari umani.

In Breve: Da troppo tempo ormai EA ci tiene a stecchetto, quindi ben venga che qualcuno colmi questa enorme lacuna che affligge le nostre vite ormai da lustri. Tempest Rising riprende tutti gli elementi che funzionano in Command & Conquer e ce li ripropone sull’hardware del 2025, senza provare a inventarsi niente di particolare. Il risultato è riuscito in pieno, e non era scontato, perché fare le cose semplici è sempre più complicato di quello che sembra, come dimostrano gli ultimi spaghetti aglio olio e peperoncino che mi sono preparato.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: i7 14700k, RTX 4070 SUPER 12GB, 32GB RAM DDR5, SSD
Com’è, Come Gira: Nessun affaticamento, né rallentamenti di frame percepibili, nemmeno durante gli attacchi frontali alle basi più fortificati, con raggi laser e esplosioni che riempivano lo schermo.

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Pro

  • Azione adrenalinica / Sound design / Ricorda tantissimo Command & Conquer

Contro

  • Interfaccia utente a volte poco chiara / Impossibile cambiare il livello di difficoltà in corsa
8.6

Più che buono

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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