La nostalgia è una brutta cosa, perché spesso distorce la nostra memoria migliorando il ricordo di qualcosa, meglio se legata a periodo più felici e spensierati della nostra vita. E purtroppo Bethesda ha voluto puntare proprio sulla nostalgia per vendere un prodotto che era pieno di difetti già quasi due decenni fa.
Sviluppatore / Publisher: Bethesda Game Studios, Virtuos / Bethesda Softworks Prezzo: € 54,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: PC (Steam, Microsoft Store), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: 22 aprile 2025 Genere: Videogioco di ruolo
Purtroppo per noi, ovviamente, che con l’uscita di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered siamo tornati un po’ più giovani, almeno per qualche ora, finché la magia dei primi passi nella regione imperiale di Cyrodiil non si è dovuta scontrare con la cruda verità.
Una verità fatta di problemi nascosti dietro un’abbondante mano di vernice. Vernice di qualità, intendiamoci, che però non può celare a lungo le magagne che affiorano pian piano, mentre ci si addentra sempre più nella tela della cospirazione ordita dalla Mitica Alba, ora che l’imperatore Uriel Septim VII e (quasi) tutti i suoi eredi sono morti per mano di uno spietato culto daedrico.
GLI ULTIMI GIORNI DELLA TERZA ERA
Faccio un passo indietro per parlare delle qualità di questa remaster, al di là dei limiti del gioco. Va detto che il lavoro svolto da Virtuos, lo studio a cui Bethesda ha affidato l’opera di restauro, di primo acchito risulta notevole. Gli sviluppatori hanno lasciato che il Gamebryo si occupasse dei sistemi del gioco originale, apponendo su di esso un secondo layer formato dall’Unreal Engine 5. Un copioso strato di vernice coprente, appunto.
Quest’ultimo si occupa del comparto grafico, rimettendo a nuovo la regione di Cyrodiil, i modelli dei personaggi, degli animali e delle creature daedriche, gestendo le nuove animazioni, offrendo l’illuminazione dinamica tramite Lumen, e in generale tutto ciò che l’occhio riesce a vedere. Il risultato finale, quando tutto funziona (cosa tutt’altro che scontata), restituisce un colpo d’occhio di tutto rispetto, al pari con ciò che ci si potrebbe aspettare dai videogiochi moderni.
È stata data una copiosa mano di vernice
Risulta palese che Oblivion Remastered sia stato pubblicato troppo presto: il team di sviluppo avrebbe dovuto lavorare un po’ di più sul codice, tant’è che lo stato in cui versa oggi il prodotto è tutt’altro che ottimale. Purtroppo questo è un difetto storico dei giochi Bethesda, a cui spesso la community mette una pezza. Peccato che qui manchi il supporto ufficiale alle mod, sebbene ciò non abbia scoraggiato i modder, i quali si sono già messi all’opera sfornando un bel po’ di contenuti amatoriali.
OBLIVION REMASTERED COME NEL 2006
Al di là dei problemi tecnici, le altre criticità di cui soffre Oblivion Remastered sono tutte riconducibili all’opera originale. A partire da quello che a mio avviso è il peccato originario di Oblivion: l’auto-leveling di nemici ed equipaggiamento. Oltre ad appiattire l’esperienza, equiparando costantemente il mondo al livello del giocatore, a lungo andare comporta anche il verificarsi di situazioni surreali.
Il famigerato auto-leveling è ancora lì
Questo problema viene amplificato dalla modifica apportata da Virtuos al sistema di progressione del personaggio. Nel videogioco originale è possibile accumulare esperienza in tutte le abilità, ma solamente quelle principali della classe scelta all’inizio contribuiscono al passaggio di livello. In Oblivion Remastered questo sistema è stato cambiato: vi è sempre la distinzione tra le abilità maggiori e minori, ma tutta l’esperienza acquisita fa salire il livello del personaggio. L’unica differenza risiede nella velocità di crescita delle abilità della propria classe rispetto alle altre. Cosa significa tutto questo? Che la progressione è molto più rapida dal momento che anche abilità pressoché inutili come Acrobazie, Oratoria o Commercio fanno salire il livello del giocatore. Il risultato finale è che le situazioni paradossali descritte poc’anzi si verificano prima, ma soprattutto è possibile che a quegli scontri ci si arrivi del tutto impreparati perché magari altre abilità più importanti (quelle legate agli scontri) sono state involontariamente trascurate.
Vi è poi il problema del sistema di combattimento: già anacronistico venti anni fa, figuriamoci adesso. La sensazione di menare fendenti a caso contro l’aria è la stessa del 2006, con la differenza che adesso le animazioni sono più realistiche, mentre gli effetti visivi e sonori sono al passo coi tempi. A proposito dell’audio, va menzionato il fatto che adesso ogni razza ha dei doppiatori diversi, quindi i personaggi non parlano più tutti con la stessa identica voce.
Non stiamo parlando di un remake
In Breve: The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered rinnova il comparto tecnico del celebre RPG grazie all’uso dell’Unreal Engine 5, migliorando illuminazione, animazioni e sonoro. Tuttavia, soffre di instabilità, con crash e cali di frame rate tanto importanti quanto frequenti, soprattutto in ambienti aperti. Restano i problemi dell’originale, tra cui il famigerato l’auto-leveling e un sistema di combattimento anacronistico. Inoltre alcune modifiche apportate alla progressione del personaggio rischiano di amplificare le criticità già presenti nell’originale.
Piattaforma di Prova: PC / Steam Deck
Configurazione utilizzata: AMD Ryzen 7 7800X3D, 32 GB RAM, GeForce RTX 4060Ti, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. A prescindere dalle impostazioni grafiche, provando sia con le opzioni su Alto che su Medio, con e senza frame gen e con vari livelli di DLSS, Oblivion Remstered è risultato instabile. Il frame rate può passare da oltre 100 fotogrammi al secondo a 30 in un attimo, con stuttering e crash frequenti. Nonostante abbia la dicitura di gioco “Verificato”, il gioco gira malissimo su Steam Deck.