The World Ends with You: Final Remix - Recensione

Switch

In cuor mio ho sempre sperato che The World Ends With You diventasse nel tempo un classico moderno. Il gioco di ruolo firmato Square Enix ha tante qualità e una manciata di difetti ma, all’epoca del suo debutto su Nintendo DS, seppe affermarsi grazie a un’inaspettata originalità, una merce rara tanto allora quanto oggi. Non troverete cavalieri o draghi nell’avventura di Neku Sakuraba, l’asociale protagonista che desidererete infilare nel tritacarne durante le prime battute, salvo poi abbracciare fraternamente verso la fine della vicenda, quando i nodi verranno al pettine. The World Ends with You (e, di conseguenza, il qui recensito Final Remix) è ambientato nella moderna Shibuya, melting pot culturale di una già sufficientemente sfaccettata Tokyo, dove i giovani si danno appuntamento davanti alla statua di Hachiko per poi fare compere nel torreggiante centro commerciale 109 e dominare dall’alto uno degli incroci più famosi del mondo. In un ecosistema urbano tanto intricato e popolato, Neku si risveglia un giorno completamente privo di memoria, e nessuno pare curarsi di lui.

LIVE ANOTHER DAY

Quello che apparentemente sembra essere l’ultimo dei suoi problemi si rivelerà presto la chiave per un sadico gioco messo in piedi da una stirpe di Demoni, che pare governare Shibuya da dietro le quinte: il ragazzo, assieme a una serie di alleati con cui sarà costretto suo malgrado a scendere a patti, non può essere visto né toccato da chicchessia, libero di vagare – invisibile – in una sorta di dimensione psichica sovrapposta all’affollatissimo quartiere che era solito calcare assieme a migliaia di altre persone fino a qualche giorno prima. Tornare alla vita precedente sarà solo il primo dei tanti interrogativi che aspettano il giocatore all’interno di una trama molto buona, che gioca sulla reticenza, sul non detto e sul dubbio nei confronti di questo o quel personaggio, destinata a evolversi elegantemente fino al termine dell’avventura.

Le vicende e il colorito cast di The World Ends with You: Final Remix sapranno incuriosirvi e conquistarvi a dovere

Se siete stufi dei luoghi comuni in cui i JRPG paiono inzuppati da cima a fondo, le vicende e il colorito cast di The World Ends with You: Final Remix sapranno incuriosirvi e conquistarvi a dovere; si tratta solo di dare al gioco un po’ di fiducia per superare una caratterizzazione inizialmente fin troppo canonica. Il tutto sullo sfondo di una presentazione audiovisiva poderosa: il character design di Tetsuya Nomura e Gen Kobayashi è riuscitissimo, e si staglia su ambientazioni urbane tratteggiate da prospettive “impossibili” e forti contrasti cromatici, esaltando il tutto con una nuova veste grafica che mette da parte la (bellissima, va detto) pixel art originale a favore di personaggi e nemici sapientemente ridisegnati, riprendendo dunque il lavoro svolto qualche anno fa per la riedizione del gioco approdata su sistemi iOS e Android. The World Ends with You: Final Remix è un po’ un bellissimo graffito urbano in movimento, un affresco in chiave anime della youth culture giapponese, tanto sentito che, a distanza di più di dieci anni dal debutto del gioco, lo Square Enix Cafe a Akihabara è in questi giorni preso d’assalto da frotte di giovani, intenti a “depredare” i gashapon per collezionare repliche delle spille usate come armi da Neku.

MIND GAMES

Ecco, il combattimento è un altro aspetto che proprio non ne vuole sapere di sfuggire all’aura di originalità a tutti i costi che permea il gioco: i nemici che i personaggi incontreranno sono Rumori, ovvero esseri che fluttuano non visti tra i pensieri della gente, spesso influenzandone il punto di vista e gli umori. Neku può scansionare in qualunque momento la zona circostante, leggendo letteralmente cosa passa per la testa agli avventori della “vera” Shibuya e avvistando in questo modo i Rumori, pronti per essere toccati e dunque affrontati. Lavatevi però bene le mani prima di scendere nell’arena, perché, dopo una sessione a The World Ends with You: Final Remix, lo schermo del vostro Switch sarà inevitabilmente pieno di impronte digitali assortite. Nel gioco si usa infatti esclusivamente il touch screen, e i vostri virtuosismi digitali serviranno dunque per spostare Neku, fargli schivare i colpi nemici e attivare una massiccia dose di attacchi psichici, ottenibili equipaggiando un numero spropositato di spille negli appositi slot. Vi troverete quindi a trascinare il dito, picchettare lo schermo o premerlo con vigore per far scoppiare il finimondo, con una risposta quasi sempre precisa e affidabile, ché c’è da segnalare qualche incertezza quando i cattivi si accalcano sul bordo del display giacché il vostro indice non avrà mai la precisione del buon vecchio stylus.

Lo schermo del vostro Switch sarà inevitabilmente pieno di impronte digitali assortite

È possibile giocare in modalità docked, usando un Joy-Con a mo’ di Wiimote, ma si tratta di un esercizio reattivo e divertente quanto un ingorgo in tangenziale a Ferragosto. Seriamente: The World Ends with You: Final Remix è nato per essere goduto con lo stylus del DS e si trova benone sullo schermo touch di Switch, ma è davvero uno strazio da giocare in qualunque altro modo. Selezionare la spilla da usare e mimare rapidissime azioni tenendo in mano un telecomando è un processo lento, impreciso e destinato a stancare rapidamente il braccio. La nuova modalità cooperativa funziona purtroppo alla stessa maniera: senza abbandonarmi a pericolosi spoiler, Neku combatterà sempre e comunque in coppia (è una delle regole del gioco dei Demoni, del resto), e un secondo giocatore potrà afferrare il restante Joy-Con unicamente quando si tratta di vivere l’avventura sul televisore, con tutta la disorientante mancanza di praticità del caso.

Il combattimento è un altro aspetto che proprio non ne vuole sapere di sfuggire all’aura di originalità a tutti i costi che permea il gioco

Ça va sans dire, non esiste alcun supporto per il Pro Controller. Qualora foste fan della prima ora e bruciaste all’idea di conoscere la risposta a “quella” domanda, permettetemi una piccola parentesi a uso e consumo di chi desidera tuffarsi nella Shibuya di The World Ends with You: Final Remix solo oggi. Nel gioco originale si combatteva tenendo letteralmente d’occhio entrambi gli schermi della console, con Neku che si occupava dello schermo inferiore e il compagno di turno che dava battaglia in quello superiore. Il risultato era caotico, disorientante ma, allo stesso tempo, frenetico e coinvolgente, una componente giocoforza impossibile da replicare su Switch. Adesso il nostro alleato verrà dunque richiamato con appositi gesti (picchettando sul cattivo da attaccare, ad esempio), e alternando i suoi attacchi ai nostri verrà caricato l’indicatore di sincronizzazione con cui sferrare potentissime tecniche combinate al termine di semplici e brevi sottogiochi, tanto per avere una possibilità di massimizzare il danno. Da segnalare nuovi Rumori e spille, anche se buona parte di loro sarà disponibile solo dopo i titoli di coda. Ne riparliamo prestissimo.

ANGELI E DEMONI

A parte queste differenze, il gioco è identico al passato, con in più la possibilità di ascoltare versioni remixate delle musiche originali. Una notizia stupenda, perché l’audio è un aspetto fondamentale del gioco, capace di rimarcare l’ambientazione urbana con una serie di tracce memorabili scritte da un eclettico Takeharu Ishimoto e interpretate da una schiera di artisti nipponici di tutto rispetto, creando una colonna sonora estremamente varia nella sua commistione tra rock, elettronica e hip-hop. The World Ends with You: Final Remix è dunque un gran gioco, ma non è certo per tutti, principalmente perché si conferma eccessivamente facile. Nella stragrande maggioranza dei casi i Rumori non attaccano Neku, e il combattimento avviene esclusivamente “stuzzicandoli” durante una scansione; in questa particolarissima ottica, gli unici ostacoli che si frappongono tra i protagonisti e la fine dei singoli atti sono solo le eventuali barriere alzate dai Demoni, espediente per evitare che la splendida ma complessivamente minuta Shibuya venga attraversata da cima a fondo sin dai primi minuti di gioco. Queste possono essere abbattute soddisfacendo le condizioni imposte dal loro creatore, che vanno dall’eliminazione di Rumori vaganti alla risposta di veri e propri quiz, passando per il capriccioso obbligo di seguire una determinata moda. Perché la street culture del gioco si estende anche all’equipaggiamento, acquistabile nei negozi dove – assai opportunamente – Neku e compagni possono essere visti e ascoltati dai commessi.

Nella stragrande maggioranza dei casi i Rumori non attaccano Neku, e il combattimento avviene esclusivamente “stuzzicandoli” durante una scansione

Ci sono decine di felpe, pantaloni, marsupi e altri capi d’abbigliamento appartenenti a diverse marche, e sfoggiarli con disinvoltura (è anche presente un valore di coraggio, che determina la predisposizione a indossare o meno i vestiti più assurdi!) durante i combattimenti li rende popolari, aumentando dunque l’efficacia degli oggetti griffati dal medesimo brand nei dintorni. La semplicità del gioco si estende inoltre al momento di menare le mani, perché, andando avanti, è facile ottenere spille tanto potenti da creare setup decisamente troppo efficaci. Per intenderci, verso la fine dell’avventura mi limitavo a tenere premuto il dito sullo schermo, alternando all’occorrenza il bersaglio per fare strage di Rumori con possenti attacchi ad area, caricando nel frattempo la sincronizzazione col mio partner senza scomodarmi più di tanto. Certo, i boss sono di ben altra pasta e i loro pattern richiedono preparazione e una certa predisposizione a usare la schivata, ma si tratta di incontri piuttosto rari, inframmezzati da un gioco appassionate e stiloso come pochi, tuttavia quasi sempre inoffensivo. Vi basti sapere che è anche possibile abbassare la difficoltà dei combattimenti (meccanica, a dire il vero, utile principalmente per ottenere particolari ricompense con maggiore frequenza), che le spille attive acquisiscono esperienza per migliorarsi ed eventualmente evolversi anche con la console a riposo e che nel gioco esiste francamente un solo enigma, peraltro molto semplice da risolvere. Il resto è una relativa passeggiata, intervallata da barriere e dialoghi che, a volte, hanno tutto il sapore del riempitivo.

Andando avanti, è facile ottenere spille tanto potenti da creare setup decisamente troppo efficaci

Per concludere, The World Ends with You: Final Remix vanta un’aggiunta imprescindibile per i fan del gioco, ovvero un capitolo inedito, destinato a svelare gli ultimi interrogativi che ronzano attorno al gioco nei panni di un personaggio che chi ha giocato a fondo il già citato episodio per i dispositivi mobile conosce bene. Si tratta di un contenuto ben curato e non brevissimo, ma che potrete svelare solamente in seguito ai titoli di coda, quindi è per me un obbligo morale tacere a riguardo. La strada da fare per conquistarlo non è infatti da sottovalutare: finita l’avventura, potrete rigiocare le singole giornate che compongono il gioco dei Demoni conservando i progressi acquisiti. Qui, soddisfacendo appositi requisiti, sbloccherete una serie di report utili per far luce su alcuni dei misteri del gioco, oltre a guadagnare l’accesso a “Un altro giorno”, un capitolo senza limitazioni che gira principalmente attorno al sottogioco Tin Pin Slammer a cui, tra l’altro, è dedicata un’apposita sezione, accessibile dal menu di pausa. Per guadagnare l’accesso al tanto agognato epilogo dovrete quindi passare al setaccio determinate giornate per… beh, il resto scopritelo da soli! Nel caso conosceste il gioco oramai a memoria, posso solo anticiparvi che varrà la pena rigiocare l’avventura di Neku un’ultima volta, garantito.

Un uragano di stile, buone idee e narrazione convincente si scontra con una facilità di fondo a tratti irritante: al di là di un problema tutto sommato vecchio di circa due lustri, The World Ends with You resta un gioco incredibilmente fresco e originale, che merita di essere giocato sia da chi ha perso l’appuntamento su DS nel 2007 che dai veterani. Questi ultimi parteciperanno alla reunion con il sorriso delle grandi occasioni stampato sul volto, grazie a una ricca dose di contenuti post game. Non c’è stata nessuna occasione migliore per rispolverare l’avventura di Neku, insomma, solo tenetevi stretto il touch screen e lasciate in un angolo i Joy-Con. La festa, stavolta, è esclusivo appannaggio della modalità handheld.

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Pro

  • Presentazione audiovisiva dallo stile esplosivo.
  • Originale e fresco come nel 2007.
  • Intrigante epilogo accessibile dopo aver completato il gioco.
  • Buona localizzazione.

Contro

  • Sistema di controllo tramite Joy-Con che davvero non ce la fa.
  • Eccessivamente facile da terminare.
8.2

Più che buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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