Tormented Souls – Recensione

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La premessa narrativa di Tormented Souls è sfiziosa e il fatto di avere protagonista una fanciulla inerme attiva quei Clock Tower vibes che miscelati alla salsa Resident Evil potevano dare risultati niente male

E qui entra in gioco il fattore amarcord. Tormented Souls riporta in auge le famigerate inquadrature fisse… che in realtà sono semi-fisse visto che prevedono scrolling laterale in stile Code Veronica. Date le ambientazioni spesso anguste di cui parlavamo poco fa, gli sviluppatori sono stati costretti ad inserire MOLTI cambi d’inquadratura, optando per un sistema di controllo “a memoria di direzione”, ovvero che mantiene il movimento del personaggio verso la direzione scelta anche se la telecamera ruota di 180 gradi. Nonostante l’età funziona ancora bene durante le fasi di esplorazione, ma diventa un problema quando entrano in gioco i primi nemici da affrontare. Caroline avrà a disposizione delle armi improvvisate, come una sparachiodi, che non vi impediranno però di riportare alla mente quella fastidiosa sensazione di sparare alla cieca per un improvviso cambio di telecamera.

Tormented Souls recensione

Eri inseguita da persona su una sedia a rotelle con delle lame al posto delle lame? Figliola, con cosa hai fatto colazione stamattina?

IL SISTEMA DI MIRA AUTOMATICA NON FUNZIONA SEMPRE BENISSIMO, IL CHE SPESSO SIGNIFICHERÀ INCONTRI TROPPO RAVVICINATI CON I MOSTRI

Nei primi Resident Evil, Capcom aveva optato per un sistema di mira automatica che in parte annullava il problema. Anche Tormented Souls la utilizza ma non sempre è precisa e in più di un’occasione ci siamo ritrovati con un mostro attaccato alle rotule senza che potessimo fare nulla. È questo uno dei difetti del passato a cui avremmo volentieri rinunciato, ma siamo certi che i più romantici di voi ci passeranno sopra magari versando anche una lacrimuccia. Altre ne verserete quando vi troverete davanti agli enigmi nascosti nella Winterlake Mansion, che hanno quel tipico sapore no-sense a cui i giochi Capcom ci avevano abituati: porte chiuse da aprire progressivamente (ma stavolta niente chiavi di cuori, picche, bastoni e denari), oggetti da visionare per trovare elementi nascosti, oggetti da incastonare in altri oggetti e via dicendo… insomma avete capito. E le erbette rosse e verdi? No, quelle non ci sono, per curarvi dovrete iniettarvi un bel liquido incolore usando le siringhe che troverete in giro… ovviamente senza farvi domande sulla possibile trasmissione di malattie mortali.

TEMPUS FUGIT

Ormai vi sarà chiaro che gli sviluppatori di Tormented Souls sono dei fan sfegatati di Resident Evil e dei survival horror in genere. Questa passione si respira dall’inizio alla fine della loro produzione, che pur portando sulle spalle un pesante fardello di difetti e imprecisioni riesce in maniera piuttosto efficace a ricreare “quelle” atmosfere.

Tormented Souls recensione

Gli enigmi sono in puro stile Resident Evil, completamente slegati dal contesto e per niente difficili… ma in un certo senso iconici.

A chi piacerà questo gioco? Sicuramente a chi, soprattutto verso la fine degli anni ’90, ha passato decine, se non centinaia di ore a sviscerare ogni dettaglio di trama e gameplay dei grandi classici Capcom e che ancora oggi mal digerisce i cambiamenti che la compagnia ha apportato alla saga di Bio Hazard dal quarto capitolo in poi. Tutti gli altri riusciranno a chiudere un occhio sulle meccaniche ludiche ormai invecchiate piuttosto maluccio? Probabilmente no, o comunque dovranno fare un grande sforzo per non paragonare (e di conseguenza distruggere) il “vecchiume” di Tormented Souls con i survival horror usciti negli ultimi anni.

In Breve: Tormented Souls è un’omaggio appassionato e senza filtri ai survival horror dei tempi andati, da Alone in The Dark a (soprattutto) Resident Evil. Il tentativo di riportare in auge quello stile di gameplay è andato solo in minima parte a buon fine… d’altronde se nel tempo anche la tradizionalista Capcom ha deciso di fare dei passi avanti un motivo ci sarà.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Un gioco del genere avrebbe potuto girare senza problemi anche su una PlayStation 3. Fondali fissi, modelli poligonali old-old-gen e animazioni degne di una marionetta non possono certo mettere in crisi il cuore della nuova generazione Sony.

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Pro

  • Storia intrigante e atmosfera discretamente inquietante / Gameplay da puro survival horror vecchio stile...

Contro

  • …ma questa non è per forza una buona notizia / Tecnicamente siamo ben al di sotto dello standard generazionale.
6.7

Sufficiente

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