Il mondo di Final Fantasy: un’idea tanto semplice quanto naturale, che evoca visioni in cui Squall e Locke combattono fianco a fianco tra possenti evocazioni, mentre le azioni di Square Enix sfondano il soffitto. Un’intuizione materializzata in spin-off come Dissidia Final Fantasy o Final Fantasy Record Keeper, tuttavia mai concretizzata in un gioco di ruolo “ufficiale” per le console casalinghe. World of Final Fantasy si pone quindi l’obiettivo di correggere questo torto, presentandosi tra l’altro in una duplice incarnazione su PS4 e PS Vita, con tanto di cross save. Se da una parte il chocobo dalle uova d’oro parrebbe servito su un piatto d’argento, dall’altra lo stile grafico utilizzato ha fatto storcere numerosi nasi poco dopo l’annuncio del gioco, forte di uno stile chibi indubbiamente mirato ad accalappiare certo un’utenza di giovanissimi, ma non adatto a tutti i palati. A questo aggiungiamo pure il dubbio generato dalla presenza al timone di Hiroki Chiba, veterano famoso principalmente per titoli dall’ambientazione dark (e nemmeno eccessivamente brillanti, a dir la verità) quali Dirge of Cerberus: Final Fantasy VII.
L’UNIONE FA LA FORZA
Lann e Reynn sono fratelli: lui adorabile e un filo tonto, lei giudiziosa e saggia. Vivono in una misteriosa località chiamata Parco Nove Colli con l’amnesia di rito senza la quale non sei nessuno nel mondo dei giochi di ruolo giapponesi. L’arrivo di una misteriosa donna svelerà l’esistenza della dimensione chiamata Grymoire, un mondo popolato da mostri fantastici e dai Lilichini, un minuto popolo dagli enormi testoni. Grymoire e i suoi abitanti sono la chiave per riconquistare la memoria dei fratelli che si riveleranno essere custodi dei miraggi, capaci quindi di catturare una vasta schiera di mostri (miraggi, appunto) da utilizzare nelle battaglie che dovranno affrontare durante le loro peregrinazioni, a metà strada tra gli allenatori di Pokémon e i classici evocatori.
World of Final Fantasy ha carattere da vendere
Come espresso in sede di anteprima, la caratteristica che rende unici gli scontri ruota attorno alla possibilità di impilare fino a tre personaggi l’uno sull’altro, divisi in due distinti gruppi che, giocoforza, dovranno annoverare la presenza di Lann e Reynn nella formazione. Questi possono alternare a piacere la loro statura, trasformandosi in una versione chibi (Lilichini) o tornando alle loro dimensioni normali (Jiganti) in un lampo; una metamorfosi che comunque non modifica in alcun modo le loro caratteristiche e permette, durante l’esplorazione, di mettere le mani su forzieri altrimenti irraggiungibili e risolvere altri semplici enigmi. Tuttavia è nell’ottica della pianificazione che le due dimensioni fanno la differenza. I mostri sono infatti suddivisi in tre taglie, e per essere messi gli uni sugli altri devono rispettare la piramide che vede gli elementi più grossi alla base, seguiti da quelli intermedi con i piccoletti alla sommità. I due fratelli sono di dimensioni medie nella loro versione chibi e grande nei loro panni tradizionali, garantendo in questo modo una certa flessibilità per quanto riguarda la configurazione della truppa. Cambiare formazione è del resto la chiave per la sopravvivenza: considerando che i fratelli non possono equipaggiare armi o armature, combattere assieme ai mostri catturati diventa subito l’unico modo per incrementare la loro potenza, livelli a parte. Le colonne di personaggi sommano infatti punti ferita, statistiche, resistenze e vulnerabilità, garantendo l’accesso a tecniche particolari qualora siano soddisfatte determinate combinazioni. A questo si aggiunge lo sviluppo delle creature, che passa attraverso uno schema assai simile alla celebre sferografia e che è chiamato miraggiario, laddove investire i punti acquisiti ad ogni livello per mettere le mani su potenziamenti, nuovi attacchi e – perché no – gemme foriere di nuovi poteri per i due protagonisti. Avete bisogno di un curatore ma non riuscite a fare a meno della potenza di fuoco? Sviluppate il miraggiario del moogle fino a sbloccare la gemma energia, donatela a uno dei gemelli e il gioco è fatto.
I mostri potranno inoltre evolversi raggiungendo determinati livelli grazie alla trasfigurazione, un servizio gentilmente offerto da uno dei bizzarri elementi che andranno progressivamente a popolare la locazione iniziale, destinata a diventare l’hub del gioco. Ovviamente, andando avanti potreste riuscire a catturare bestiacce già evolute, ma è insuperabile la soddisfazione di cavalcare in battaglia il behemoth che avete cresciuto amorevolmente da dispettoso cucciolo a nerboruto groviglio di zanne e corna, senza contare che una belva appena catturata partirà sempre e comunque dal primo livello. Fortunatamente, restare al passo è facile, dato che World of Final Fantasy consente di portare dietro fino a dieci miraggi che guadagneranno una dose ridotta di esperienza anche senza partecipare attivamente alle battaglie, spedendo quelli in eccesso all’hub dove potranno essere recuperati con comodo attraverso i portali sparsi per la mappa.
Oltre a mostri iconici, nel mondo di World of Final Fantsy si incontrano luoghi e personaggi sicuramente familiari
La cattura solitamente passa attraverso l’indebolimento della belva in questione, ma mostri più rognosi richiedono condizioni particolari, da esaminare attraverso il sempre indispensabile comando Scan. Occhio, perché le formazioni ideate con tanto amore non sono inamovibili, e ci sono attacchi mirati a far perdere l’equilibrio ai personaggi impilati, con successivo capitombolo e stordimento dei tapini. È un concetto che logicamente vale per tutti, quindi se i nemici sfoggiano con prepotenza una torre apparentemente imbattibile, provate a sbilanciarla con le giuste tecniche e la vedrete crollare a terra. Sarà dunque facile fare a pezzi le singole unità prima che abbiano il tempo per riorganizzarsi.
PERSONAGGI FANTASTICI
Oltre a mostri iconici, nel mondo di World of Final Fantsy si incontrano luoghi e personaggi sicuramente familiari. No, non potrete mettere Cloud e il Guerriero della Luce l’uno sulla testa dell’altro come nel caso dei mostri, ma i compagni di mille avventure possono essere evocati riempiendo uno speciale indicatore per scatenare potentissimi attacchi e dispensare potenziamenti e cure. Fino a tre eroi possono essere così chiamati in battaglia, scelti equipaggiando i rispettivi emblemi nell’apposita schermata. Ottenere gli emblemi non è però uno scherzo: bisogna innanzitutto incontrare Tidus e compagni durante l’avventura, poi riscattarne la medaglia da un misterioso personaggio in cambio di pietre dell’anima. Si tratta di una valuta estremamente rara, da recuperare vincendo nell’arena o passando al setaccio gli angoli più disparati del gioco, magari con l’aiuto di alcuni miraggi che possono accompagnarci e scovare bonus nella mappa grazie all’apposita abilità. Ne vale comunque la pena, perché l’esborso di pietruzze permette anche di osservare trame parallele legate a diversi eroi, come una caccia al tesoro da parte di Rikku o la difesa della principessa di Cornelia nella scintillante armatura del Guerriero della Luce, con succosi premi in palio. Beh, non proprio nei loro panni, nel senso che nella narrazione sarà l’eroe di turno a impugnare le armi, ma il combattimento avverrà “dietro le quinte”, usando le formazioni scelte da Lann e Reynn.
Un aspetto di World of Final Fantasy che non convince sono le città
Un aspetto di World of Final Fantasy che non convince sono le città: piccolissime, solitamente ridotte a una schermata e senza la possibilità di entrare nelle costruzioni, tranne quando è la storia a richiederlo. Tornare dopo anni a Nibelheim su note familiari reinterpretate da Masashi Hamauzu non è stato purtroppo il glorioso momento strappalacrime che mi auguravo. E già che ci siamo, puntiamo anche il dito contro l’impossibilità di ruotare liberamente la telecamera, un vero e proprio crimine contro l’umanità nell’anno di grazia 2016. Le inquadrature fisse sono a volte spettacolari e dall’ottima fotografia, e tuttavia risultano antipatiche e assolutamente ingiustificate (l’analogico destro serve solo per “sbirciare” oltre i limiti), penalizzano la navigazione in alcune schermate e tolgono un po’ di magia alla resa grafica dei fondali, solitamente di ottimo livello grazie alla pulizia e a un uso magistrale della tavolozza, con colori brillanti, vivi e sapientemente accostati. Un peccato, perché l’esplorazione dei dungeon è semplice ma piacevole, con aree secondarie accessibili sono avendo nel party miraggi dotati di determinate abilità con cui abbattere pareti o levitare per brevi tratti.
Secca un po’ la distanza tra i punti di salvataggio, ma si tratta di un difetto veniale. Un problema più fastidioso riguarda però la difficoltà del gioco, tarata verso il basso durante l’avventura principale. Agli inizi non ci si fa caso e ci si sente invero piuttosto vulnerabili contro i boss se privi di miraggi di un certo valore, ma rimpinguando il bestiario è facile disporre di resistenze elementali e abilità sufficienti per giungere alla fine senza troppi patemi, in un’avventura che arriva comunque a toccare le quaranta ore, destinate a raddoppiare andando a caccia di boss opzionali e side quest, una sana attività che ovviamente cambierà le carte in tavola, costringendo gli irriducibili a opportune sessioni di grind prima di aver ragione su avversari particolarmente formidabili.
Segnalo infine il buon adattamento italiano, limitato però ai soli testi. È possibile selezionare l’audio giapponese, ma non durante i dialoghi, una scelta piuttosto curiosa. Non tutto è perduto però, in vista di una patch del day one già annunciata, che promette diverse migliorie tra cui la modalità multigiocatore dove potrete tirare fuori l’Ash Ketchum che è in voi contro altri custodi dei miraggi. Una funzione che, purtroppo, sarà disponibile solo ad-hoc per gli utenti PS Vita, mentre la comunità PS4 potrà lottare e scambiare miraggi online.
World of Final Fantasy è un gioco che richiede sacrifici ai vegliardi. Dovete reggere lo stile chibi che permea il mondo di Grymoire e, allo stesso tempo, chiudere un occhio su alcuni problemucci che, sommati, rischiano di essere antipatici. Tuttavia, il quantitativo di cose da fare è massiccio, ed è sempre un piacere vivere nuove avventure assieme a personaggi tanto carismatici in una trama che riesce invidiabilmente a mantenere un forte senso dell’umorismo senza scadere nel ridicolo o nella parodia, rimanendo interessante fino alla fine. Nel giro di un mese i fan di Final Fantasy saranno molto felici, tra questo e il quindicesimo episodio: se per voi i difetti elencati in sede di recensione non rappresentano un problema, puntate i risparmi senza pensieri su World of Final Fantasy. La stupenda presentazione audiovisiva, gli intermezzi in stile anime e i continui rimandi al lore della saga vi faranno innamorare.