Xenoblade Chronicles X Definitive Edition – Recensione

Switch Wii U

Finalmente è giunto il tempo di tornare su Mira: il nostro passaporto è Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition, reincarnazione su Switch del classico JRPG inizialmente uscito su Wii U dieci anni fa.

Sviluppatore / Publisher: Monolith Soft / Nintendo Prezzo: € 59.99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Cooperativo online PEGI: 12 Disponibile su: Switch Data di lancio: 20 Marzo 2025

Non è stato un meteorite a distruggerla, ma la fine della Terra è comunque arrivata dallo spazio. È bastato trovarsi nel fuoco incrociato di due razze extraterrestri avanzatissime, decise a regolare i conti nella nostra atmosfera, trasformando il pianeta in un grottesco fuoco d’artificio. Senza nemmeno il tempo di piangere i caduti, l’equipaggio della White Whale si lancia tra le stelle, portando con sé l’ultima speranza di un nuovo inizio.

Sono felice che Xenoblade Chronicles X sia finalmente arrivato su Switch, perché significa che più persone potranno innamorarsi di Mira, il pianeta destinato a diventare la nostra nuova casa. Un mondo alieno di una bellezza mozzafiato, spietato e primordiale.

Xenoblade Chronicles X ha il coraggio di abbracciare la sua crisi di identità: per certi versi si crede un MMORPG e, contro ogni pronostico, la cosa funziona

È impossibile non provare un irresistibile desiderio di avventura muovendo i primi passi in un ecosistema tanto esotico quanto credibile, popolato da un bestiario immenso che obbedisce ai bisogni primordiali con inquietante naturalezza. Gli antichi dominatori di questa sterminata frontiera si muovono in branco, si abbeverano, riposano di notte e reagiscono in modi imprevedibili alla presenza di Cross e dei suoi compagni. Alcuni sono predatori implacabili, altri continuano indisturbati la loro esistenza mentre il giorno cede il passo alla notte, sotto un cielo stellato che promette emozioni e avventure senza fine. Mira è la vera protagonista di Xenoblade Chronicles X, un’esperienza imperdibile che farà sentire a casa gli orfani di Ragol.

LA COMPLICATA ANIMA DI XENOBLADE CHRONICLES X: DEFINITIVE EDITION

Non ho citato a caso il pianeta che ci ha regalato tante avventure in Phantasy Star Online. Proprio come gli anonimi avatar creati su Dreamcast anni fa, anche il protagonista Cross è un foglio bianco da plasmare nel ricco editor iniziale. Muto come un pesce e spesso relegato a ruolo di comparsa in eventi di portata gigantesca, non è certo l’eroe più memorabile uscito dalla mente di Tetsuya Takahashi, pur essendo protagonista di una storia originariamente suddivisa in una dozzina di capitoli. Sembrano pochi, e in effetti lo sono, ma c’è il trucco: Xenoblade Chronicles X impone specifici requisiti per avanzare nella trama. Livelli minimi, missioni secondarie da completare o percentuali di Mira da esplorare diventano ostacoli obbligati prima che Cross possa tornare a vestire i panni dell’eroe. Questo sistema allunga artificialmente la longevità e porta con sé inevitabili problemi: con una progressione così frammentata, è facile dimenticare il nome di qualche arcinemico altisonante o il motivo per cui i Blade – il gruppo paramilitare in cui il protagonista viene arruolato senza troppi complimenti – lottano contro un sinistro conto alla rovescia.

la Ricarica Rapida consente di attivare gli attacchi desiderati ignorando il tempo di attesa, rendendo più agevole la gestione delle Urla del Guerriero

La trama, in realtà, è tutt’altro che debole, ma la sua frammentazione inevitabilmente ne diluisce l’impatto, soprattutto considerando la quantità di fetch quest che costituiscono il cuore del gioco. Potrebbe sembrare un quadro sconfortante, eppure Xenoblade Chronicles X ha il coraggio di abbracciare la sua crisi di identità: per certi versi si crede un MMORPG e, contro ogni pronostico, la cosa funziona. Al contrario di colleghi meno riusciti e ormai dimenticati, come White Knight Chronicles di Level-5. Gli spunti narrativi si trovano tra un capitolo e l’altro, nascosti nelle Missioni Intesa, piccole avventure che approfondiscono temi delicati come la convivenza tra specie diverse e la ricerca dell’identità personale di fronte alla necessità di ricominciare da zero. Dilemmi perfettamente in linea con le difficoltà di un gruppo di riluttanti pellegrini spaziali.

Lungi da me rovinarvi la sorpresa riguardo le aggiunte per quel che riguarda la trama, ma vi consiglio di non lasciare indietro nessuna Missione Intesa, potreste perdervi questo bel faccino

Pur seguendo una struttura piuttosto standard – spostarsi da un punto all’altro, eliminare nemici o raccogliere materiali – queste missioni raccontano storie coinvolgenti e offrono vantaggi concreti, come nuovi comprimari da aggiungere al party e abilità esclusive impossibili da ottenere altrimenti. Di solito si avviano all’interno di Neo Los Angeles, l’ultima roccaforte umana ricavata dai resti della White Whale. Qui, metallo e tecnologia creano un contrasto netto con la selvaggia bellezza di Mira, offrendo un’interessante dualità stilistica e filosofica. I quartieri residenziali, anacronistici tentativi di conservare il ricordo della Terra perduta, sorgono all’ombra di basi militari ultratecnologiche, affollate di mercati, hangar e colossali robot in fase di manutenzione.

Il world-building di Xenoblade Chronicles X è solido e ambizioso, un lavoro encomiabile che conserva tutto il suo fascino e stupore

Il world-building di Xenoblade Chronicles X è solido e ambizioso, un lavoro encomiabile che, anche a dieci anni dall’uscita su Wii U, conserva tutto il suo fascino e stupore. La Definitive Edition esalta ulteriormente l’impatto visivo, soprattutto nei volti dei personaggi: in origine troppo “plasticosi” – tanto da sembrare reduci da qualche capitolo di Xenosaga sfuggito al dimenticatoio – ora risultano più espressivi e dettagliati, grazie a una gamma più ampia di sfumature e rifiniture. Anche i modelli e l’interfaccia beneficiano di un restyling, con quest’ultima finalmente leggibile senza mettere a rischio la vista, sia in modalità handheld che docked. Purtroppo, la fluidità resta ancorata ai 30fps, un limite che il tempo non ha cancellato. Eppure, la direzione artistica supera senza sforzo la prova degli anni, rendendo impossibile non innamorarsi di nuovo di Mira, mai così affascinante.

COMANDANTE IN CARICA

Il sistema di combattimento di Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è piuttosto particolare, pur risultando immediatamente familiare agli appassionati della serie. Una volta inquadrato un bersaglio (o dopo aver incrociato lo sguardo inviperito di qualche predatore), Cross e i suoi compagni attaccheranno automaticamente, alternando armi da mischia e a distanza a seconda della situazione. Salendo di grado nella classe scelta, si sbloccano abilità da attivare dopo un periodo di cooldown o spendendo PT (Punti Tensione), una risorsa fondamentale sia per rianimare gli alleati caduti sia, più avanti, per attivare il Turbo: una sorta di trance marziale in cui le tecniche più potenti possono essere usate in rapida successione per un breve lasso di tempo.

Non solo botte da orbi: gli Skell possono paralizzare i nemici più grossi in un campo di stasi, agevolando l’assalto dei compagni

Gli attacchi automatici infliggono danni modesti ma contribuiscono a ricaricare i PT, mentre le abilità possono applicare debuff (lancio, atterramento…) se utilizzate dalla giusta posizione. Senza scendere troppo nei dettagli, se avete già esperienza con gli altri Xenoblade di Takahashi, vi sentirete subito a casa. Tuttavia, c’è un aspetto che, almeno finora, non mi ha mai convinto del tutto. Recuperare punti ferita nel vivo della battaglia non è semplice, poiché le tecniche curative sono rare e spesso legate a specifiche classi.

Il gioco non esita a schierare nemici di livello ben superiore alla media del party, costringendo il giocatore a trovare percorsi alternativi

Per questo, tra una raffica e una stoccata, è fondamentale prestare attenzione alle Urla del Guerriero, ovvero le richieste dei compagni che si attivano al verificarsi di determinate condizioni. Seguirle con attenzione permette di ottenere diversi vantaggi, tra cui le ambite iniezioni di energia. Lo stesso vale per i QTE (Sfide dell’Anima), che compaiono ripetutamente durante il combattimento. Xenoblade Chronicles X sembra volerci mettere nei panni di un comandante capace di orchestrare la squadra verso la vittoria, creando una sinergia efficace. Tuttavia, a volte si ha l’impressione di dipendere da un guaritore capriccioso, pronto a intervenire solo se gli prestiamo la giusta attenzione.

Sapere cosa si sta facendo durante il Turbo è fondamentale. Fortunatamente la Definitive Edition mostra chiaramente a cosa equivalgono determinate sequenze di attacchi

Un aspetto frustrante della versione originale era il rischio di ritrovarsi senza azioni utili per soddisfare una richiesta, magari perché l’abilità necessaria non era disponibile in quel preciso momento. Fortunatamente, la Definitive Edition introduce la Ricarica Rapida, una risorsa limitata che consente di attivare gli attacchi desiderati ignorando il tempo di attesa (ma non il costo in PT), rendendo più agevole la gestione delle Urla del Guerriero. A proposito di combattimento, un’altra novità apprezzata riguarda la formazione del party. In passato, per reclutare un guerriero bisognava cercarlo fisicamente tra le strade di Neo Los Angeles. Ora, invece, basta un rapido passaggio nel menu per aggiungere fino a tre compagni, evitando inutili perdite di tempo.

È UN MONDO SCONFINATO

Cross è l’unico personaggio in grado di cambiare classe, scegliendo tra tre percorsi che conducono a sei specializzazioni, ciascuna incentrata su specifiche armi, tecniche e abilità passive. Padroneggiarne più di una consente di combinare equipaggiamenti diversi, dando vita a build personalizzate ed efficaci. E per esplorare Mira in ogni angolo, avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile. Come da tradizione, il gioco non esita a schierare nemici di livello ben superiore alla media del party, costringendo il giocatore a trovare percorsi alternativi. Fortunatamente, la grande elevazione dei salti e l’assenza di danno da caduta rendono questa sfida sorprendentemente divertente.

I terrestri entreranno in contatto con diverse razze aliene. Naturalmente non possono mancare i Nopon, veri marchi di fabbrica della serie

Se una serie come SaGa di Akitoshi Kawazu ha introdotto una libertà fino ad allora impensabile nei JRPG post-Dragon Quest, l’anima simil MMORPG di Xenoblade Chronicles X spinge questo concetto all’estremo. Un’idea destinata a raggiungere il culmine con l’introduzione degli Skell, i robot trasformabili che rappresentano uno degli elementi più esaltanti del gioco. Oltre a rendere l’esplorazione più fluida grazie alla loro velocità, che permette di sfuggire con facilità agli attacchi, gli Skell rivoluzionano il combattimento con un arsenale impressionante: ben dieci alloggiamenti su cui montare ogni tipo di armamento. Inizialmente si ottiene la licenza per pilotarne uno piuttosto modesto a metà della campagna, ma una volta raggiunto il livello 30 sarà difficile resistere alla tentazione di investire somme ingenti per assemblare un vero e proprio plotone corazzato. E quando finalmente entrerete in possesso del modulo aereo, solo il cielo sarà il limite.

Mira è la vera protagonista di Xenoblade Chronicles X, un’esperienza imperdibile che farà sentire a casa gli orfani di Ragol

L’esplorazione ripaga ampiamente lo sforzo: Mira è suddivisa in un’infinità di settori, ognuno completabile attraverso varie attività, dalla sconfitta di nemici formidabili all’installazione di sonde. Queste ultime possono essere integrate in una rete strategica per garantire un flusso costante di denaro o estrarre Miranium, un prezioso minerale autoctono indispensabile per finanziare lo sviluppo di nuovi armamenti. L’elemento multigiocatore è marginale, ma la sua presenza è comunque apprezzabile.

Una volta relegata al GamePad di Wii U, FrontierNav è la comoda interfaccia per gestire le risorse su Mira.

Gli avatar dei giocatori possono essere reclutati pagando una somma variabile in base alla differenza di livello, mentre il gioco propone missioni che richiedono di sconfiggere un certo numero di nemici o raccogliere materiali, con ricompense per chi partecipa attivamente. A queste si aggiungono le Global Nemesis, potenti mostri settimanali che richiedono la collaborazione dell’intera Blade Squad, un gruppo di 32 giocatori assegnato automaticamente in modalità online. Infine, troviamo anche missioni di squadra in stile Monster Hunter, in cui bisogna eliminare un certo numero di creature entro un tempo limitato.

In Breve: Monolith Soft riporta alla luce uno dei JRPG più singolari di Tetsuya Takahashi, originariamente sepolto negli abissi di Wii U. L’assenza del GamePad viene ampiamente compensata da nuovi contenuti e migliorie che affinano sia il ritmo degli scontri sia l’esperienza narrativa, rendendo l’avventura ancora più coinvolgente. Tenendo fede al proprio nome, Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è il modo migliore per perdersi per un numero incalcolabile di ore tra le meraviglie di Mira.

Piattaforma di Prova: Nintendo Switch
Com’è, Come Gira: Giocare la Definitive Edition dopo aver trascorso tanto tempo sulla versione Wii U è come indossare un paio di occhiali dopo anni di miopia: tutto appare più nitido, dettagliato e affascinante, al punto da far passare in secondo piano i soli 30 fps. La colonna sonora, firmata da Hiroyuki Sawano, è semplicemente straordinaria: maestosa nell’accompagnare l’esplorazione del suggestivo pianeta, più sperimentale tra le mura di Neo Los Angeles, dove crea un’atmosfera unica e distintiva.

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Pro

  • Uno dei grandi tesori del Wii U, ora con trama più ricca e sensibili migliorie / Mira è uno spettacolo da vivere a tutti i costi / presentazione audiovisiva dal grande carattere

Contro

  • Struttura narrativa eccessivamente frammentata / ancora qualche incertezza nel sistema di combattimento
9.2

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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