Visto quanto stanno andando di moda gli extraction shooter negli ultimi anni, non è sorprendente che ci sia anche chi ha deciso di provare a riprodurli in un contesto singleplayer. ZERO Sievert, poi, ci mette anche quel pizzico di STALKER che non fa mai male.
Sviluppatore / Publisher: CABO Studio / Modern Wolf Prezzo: 19,99€ Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile Su: PC (Steam) Data di Lancio: Già disponibile
Partiamo mettendo in chiaro una cosa: ZERO Sievert è un gioco che non ci va leggero. Nell’ordine, i miei primi schieramenti nella foresta, la prima di sei aree disponibili nonché quella pensata per iniziare, sono finiti con morte per cinghiale, morte per sindrome acuta da eccesso di radiazioni, morte per lupi, morte per eccesso di piombo nel sangue (e nel resto del corpo), e morte per ghoul.
Per fortuna che, nonostante appartenga al genere degli extraction shooter, con le impostazioni di default la morte implica solo la perdita di quello che si è raccolto durante lo schieramento, e non di tutto l’equipaggiamento, altrimenti sarei ancora bloccato alla prima area…
ZERO SIEVERT? AH ALLORA È TUTTO OK!
No, non è assolutamente tutto ok nel mondo di ZERO Sievert, ambientato dopo il più classico degli incidenti nucleari che ha sconvolto la società preesistente e obbligato i sopravvissuti a prendere in mano le armi se vogliono sopravvivere al cane mangia cane che ne è derivato. Per fortuna non tutti hanno fretta di farci lo scalpo. La nostra avventura inizierà infatti all’interno di un enorme bunker che è diventato la nostra base e la nostra casa: qui torneremo dopo ogni spedizione, potremo mercanteggiare e ricevere quest, curarci, rifocillarci, depositare gli oggetti in eccesso e prepararci per la prossima spedizione. Dove, ecco, come dicevo in apertura le cose sono molto meno tranquille e sicure. Spieghiamo un attimo come funziona il gameplay.
LE RADICI DI ZERO SIEVERT STANNO IN ESCAPE FROM TARKOV
Per il resto, per quanto sia un gioco in pixel art, ZERO Sievert punta decisamente di più verso l’approccio realistico / milsim che quello arcade. Con questo intendo dire che ogni arma può usare solo calibri specifici di munizionamento (non va dato per scontato che due fucili da cecchino usino le stesse munizioni); che le armi hanno un robusto sistema di accessori da poter modificare a piacimento (mirini, puntatori laser, impugnature, guardamano, volate…); e che queste armi si possono deteriorare con l’uso e, se le loro condizioni non sono delle più ottimali, anche inceppare.
IL PERICOLO È SEMPRE DIETRO L’ANGOLO: IMPARATE A VALUTARE BENE LA SITUAZIONE
A CACCIA DI CHIODI
Per quanto possa vederne i meriti – sono sicuro che in particolare gli appassionati di giochi di questo genere ci andranno in brodo di giuggiole – devo dire di aver trovato ZERO Sievert a tratti piuttosto frustrante, e questo solo in parte per la sua difficoltà e per la bassa speranza di vita del protagonista. Faccio un esempio: poco sopra ho parlato del fatto che le armi si deteriorano. Per ripararle ci sono due tipi di consumabili: uno più semplice da trovare o produrre e più economico da comprare, che però funziona solo al di sopra di una certa soglia di integrità dell’arma; e un altro che invece funziona al di sotto di quella soglia, e cioè il 60%, che è anche la condizione a cui troviamo quelle armi il cui precedente proprietario è permanentemente indisposto.
L’ASPETTO MILSIM È BEN CURATO, MA PER I MENO AVVEZZI RISCHIA DI DIVENTARE FRUSTRANTE

Girare al buio significa che è più difficile essere individuati, ma limita anche il nostro campo visivo. Ricordatevi di comprare una torcia!
“Non adatto a tutti”, però, non significa automaticamente brutto o mal fatto. È evidente che ZERO Sievert punta a una categoria ben specifica di giocatori, e non mi sento assolutamente di biasimare lo sviluppatore per questo: meglio sapere bene cosa si vuole essere piuttosto di perdere la propria identità cercando di correre dietro a tutti (e va detto che comunque il gioco permette di personalizzare l’esperienza con una nutrita gamma di opzioni). Se però vedendolo vi ritrovate a pensare “oh ma è STALKER in 2D”, è bene che sappiate a cosa andate incontro.
In Breve: Nel suo tentativo di mischiare STALKER ed Escape from Tarkov, nel complesso ZERO Sievert fa un buon lavoro. Occhio, però, perché questo non è un gioco dove il relax sparacchino è la priorità: c’è da pianificare un minimo, c’è da valutare bene quando la cautela sia la scelta più saggia, e c’è da aspettarsi che a volte il nostro personaggio non tornerà a casa. E sì, a volte questa impostazione di gioco può essere frustrante. Altre volte, però, c’è la soddisfazione di aver rischiato grosso ed essere comunque riusciti a portare a casa la pelle.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 5 3600, 16 GB di RAM, GeForce GTX 1070, SSD
Com’è, Come Gira: Visivamente discreto ma non è sempre facile capire quali degli NPC che incontreremo in giro ci spareranno a vista e quali no; un po’ più di chiarezza visiva avrebbe aiutato. Nessun problema di performance, ma d’altronde non c’era motivo di aspettarseli.